♻️🌎 FUTURO SOSTENIBILE – PASSA DALL’AZIONE DI TUTTI
di Andrea Laganga
…ma quanto ci piace riempirci la bocca con la parola SOSTENIBILITA’ e affini? ma siamo sicuri di essere nel giusto focus?
Amici del Butcher,
Leggendo qua e là, giorni fa mi ha colpito un articolo del Sole 24 Ore di un gruppo bancario d’oltralpe.
Mi ha incuriosito perché vedere in un articolo il nome di una banca associato ad un’immagine dei capi di bestiame, prima ancora di leggerne il contenuto, mi ha fatto sobbalzare. E questa?
Ma partiamo da noi, poi vediamo ‘loro’.
EXCURSUS DELL’AGRICOLTURA
Senza dilungarsi troppo, l’agricoltura ci ha sfamato sia per la coltivazione di cereali che per l’allevamento. Dopo la seconda guerra mondiale con la rivoluzione verde, l’innovazione genetica e l’applicazione di sistemi industriali all’agricoltura la popolazione mondiale è aumentata a dismisura.
👉 Oggi l’agricoltura non è più destinata direttamente al consumo umano ma a mangimi e foraggi per animali da allevamento.
Alcuni numeri: per un rapporto di Greenpeace su dati Eurostat nell’Unione Europea circa il 70% dei terreni coltivati sono per il consumo animale e per la “National Food Strategy” britannica solo il 55% dei prodotti coltivati nei campi è destinata al consumo umano.
E POI CI SIAMO SEMPRE NOI, AL CENTRO DEL PROBLEMA!
Quello che sollecita l’articolo del Sole 24 Ore è l’auspicio di un utilizzo dei terreni più razionale e sostenibile, per alimenti di origine vegetale che sfamino più persone.
Troppo ingenti i numeri per la sofferenza e insicurezza alimentare a fianco di adulti in sovrappeso e addirittura casi di obesità per un’alimentazione eccessiva o sbagliata, che aggrava anche la spesa sanitaria.
A livello mondiale, al di là di differenze tra paesi e stili di vita diversi tra zone diverse del pianeta facilmente individuabili, in generale la carne fornisce il 15% delle proteine e l’8% delle calorie della dieta mondiale.
Ed è qui che si inserisce la necessità di pensare a stili alimentari più sostenibili: noi del settore carne sempre i più incolmabili e da ripensare come alternativa.
LE ALTERNATIVE
Ormai da tempo sul tavolo l’alternativa di proteine vegetali in sostituzione di quelle animali che, ecco il Gruppo bancario – attira crescenti investimenti privati a favore del lavoro della comunità scientifica sulle
“ … proteine di origine vegetale è cresciuto per i loro benefici sul clima e per la riduzione del rischio di trasmissione di malattie di origine animale e di resistenza antimicrobica nella produzione alimentare”.
Ridurre l’uso di carne, consigliano i gruppi di investimento, e i prodotti animali va a vantaggio anche del clima, perché riduce le emissioni di gas serra pensando a quanto avviene con gli allevamenti intensivi che producono circa il 14% delle emissioni di gas climalteranti.
Anche il consumo di acqua ne beneficerebbe se si considera che, secondo i dati del Water Footprint Network, sono necessari in media circa 15.400 litri di acqua per produrre 1 kg di carne bovina, contro i 1.250-1.500 litri per 1 kg di lenticchie.
AMICI O NEMICI DEL PIANETA: COSA FARE?
Insomma, si deve preservare il clima, la vita, ripensare il sistema alimentare, combattere la fame nel mondo, migliorare la salute là dove ‘si mangia troppo e male.’
Si deve partire da un’agricoltura più sostenibile che consumi meno risorse a favore della biodiversità, per migliorare gli impatti sociali e ambientali: meno sprechi, meno fertilizzanti, più a rigenerazione a favore di specificità e le culture locali per contrastare la desertificazione.
Insomma, ripensare agricoltura, cibo e uso del pianeta.
E’ un percorso già in itinere dove le aziende vincenti sono quelle che innovano con sensibilità al consumatore, e alla produzione alimentare sostenibile per tutta la filiera dalle origini alla tavola.
E POI CI SONO LORO
Il Gruppo Lombard Odier è un gruppo bancario svizzero indipendente, fondato nel 1796.
La sua sede centrale è a Ginevra. Le sue attività sono organizzate in tre divisioni: private banking, gestione patrimoniale e servizi di back e middle office per altri istituti finanziari.
Nell’articolo si professano vicino ai cambiamenti che si stanno imponendo sul mercato dove l’economia globale si muove verso un modello circolare, snello, inclusivo.
Il cambiamento già in atto riguarda l’energia, i materiali, l’agricoltura, l’alimentazione e l’uso del suolo.
E gli incentivi che le aziende possono avere se lavorano in funzione della riduzione delle emissioni di carbonio fungono da volano per la transizione necessaria che avrà ripercussione anche sui prezzi per un modello economico che riutilizza e ricicla di più ed emette e scarta di meno.
Parola del Butcher
Insomma, noi siamo visti come al solito come il male, ma l’attenzione allo spreco, all’ambiente, al riciclo e alla sostenibilità parte e passa anche da noi, non sempre e per forza tutto da demonizzare.