20 E 25 ANNI DI QUALITÀ DEL VITELLONE BIANCO DELL’APPENNINO CENTRALE IGP: FESTA GRANDE IN CASA DEL CONSORZIO
di Andrea Laganga
CONSORZIO VITELLONE BIANCO – IGP
Amici del Butcher
ben trovati!!
Oggi vi voglio parlare di un traguardo particolare: il doppio compleanno del Consorzio del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP per la certificazione della qualità e la costituzione del Consorzio di tutela.
Grande festa a Rocca di Casalina con associati, istituzioni, chef, giornalisti e Consorzi di Tutela dei prodotti DOP e IGP come si legge sul sito del Consorzio.
SI FESTEGGIANO I 20 e I 25 ANNI
Il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP festeggia i 25 anni della IGP come primo marchio di qualità per le carni bovine fresche approvato nel 1998 dall’Unione Europea per l’Italia, e i 20 anni dalla costituzione del Consorzio di tutela.
Un traguardo importante fiero di tante cose e soprattutto impegno per il futuro.
COME NASCE UN MARCHIO DI CARNE CERTIFICATA VITELLONE BIANCO DELL’APPENNINO CENTRALE IGP?
Un gruppo di allevatori dell’Italia Centrale a metà degli anni ’90 chiesero con determinazione all’Unione Europea il riconoscimento di una certificazione di qualità sulla carne delle razze bovine tipiche del Centro Italia: Chianina, Marchigiana e Romagnola. I loro obiettivi erano difendere e valorizzare l’intero settore puntando sul legame con il territorio di produzione. che è l’elemento fondamentale e imprescindibile che contraddistingue la certificazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, garantita da 20 anni dal Consorzio di tutela.
Grazie alla certificazione Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP, dal 1998 a oggi la carne delle tre razze nate e allevate nel territorio previsto dal Disciplinare di produzione ha avuto un aumento di richiesta dal mercato, con aumento anche dei capi allevati, degli allevamenti e delle macellerie controllati dal sistema di certificazione.
NUMERI
La carne certificata Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP rispecchia le caratteristiche dei suoi territori di allevamento, i sistemi di alimentazione oltre a ciò che è previsto dal Disciplinare di produzione. Perché tra il dire e il fare… passano molte fasi ognuna delle quali porta con se professionalità, passione, ma anche tanta responsabilità.
Infatti ognuno nella filiera è investiti della stessa responsabilità di fare parte di un insieme che vince solo se tutti lavorano allo stesso obiettivo. Ogni fase della produzione è rigorosamente controllata dall’allevamento al sezionamento e macellazione fino all’arrivo sulle tavole dei consumatori attraverso macellerie, ristoranti e supermercati. Inoltre il Consorzio di Tutela svolge l’importante ruolo di vigilanza e tutela sulla denominazione e sul prodotto certificato.
Ma non si tratta solo di grandi performance sulla carta. Viene portata avanti una maestria e professionalità che attinge radici in un territorio che inevitabilmente ne beneficia e viene esaltato per quello che nella sua storia è stato in grado di creare e tramandare.
Un po’ di numeri per capire come dalla tradizione si può reinventare il presente e traghettarsi nel futuro?
La filiera conta 3.218 allevatori presenti in 8 regioni del Centro Italia (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Molise, Abruzzo e Campania); 77 mattatoi; 77 operatori commerciali; 123 laboratori di sezionamento e 997 macellerie in tutta Italia.
Numeri destinati a crescere inevitabilmente!