BOLLINO ROSSO per Salumi, Vini e Formaggi_ Si chiama NUTRI-SCORE
di Andrea Laganga.
Dal Verde al Rosso, ecco che arriva il semaforo per cibo e bibite. NUTRI-SCORE, cosa è e cosa cambierà?
Amici del Butcher,
ben trovati.
Nel precedente articolo avevamo introdotto il ‘nutriscore’, così, en passant! MA!!! C’è un grande MA.
Andiamo a vedere cosa è e perché c’è, come al solito, chi ci guadagna e chi no!
NUTRISCORE
La Nutri-Score è la cosiddetta etichetta “a semaforo” contrapposta a quella detta “a batteria” NutrInform, tema non terminologico che vede contrapposti da una parte Germania, Francia e altri paesi UE, e dall’altra il nostro Bel Paese.
Infatti a seconda dell’adozione di uno o dell’altro sistema di etichettatura le ricadute economiche sull’export del nostro paese e sulla salute dei consumatori sono importanti. Difatti non si contrappongono solo due diverse tipologie di etichettatura ma modi diversi di considerare gli alimenti e il loro apporto nutrizionale.
Ricordiamo che nell’ambito della “Farm to Fork Strategy”, per un sistema alimentare più sano e sostenibile, la Commissione Europea ha proposto un sistema di etichettatura nutrizionale obbligatorio a livello comunitario.
Siamo partiti dai cugini d’oltralpe per poi passare al Belgio e via via altri paesi europei: ins0mma, ognuno per conto proprio a inseguire i propri interessi.
Visivamente, una specie di semaforo assegna colore e via libera ad un alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale: quello con semaforo verde è meglio di quello quelli rosso.
Per l’Italia però questo semaforo penalizza la dieta mediterranea e di conseguenza i prodotti Made in Italy. E qui … casca l’asino!
DI COSA SI TRATTA ?
Partirei dal dire che questo simpaticissimo metodo è stato sviluppato da ricercatori dell’università di Parigi e dell’Inserm e, prevede una bollinatura delle confezioni alimentari composta da cinque lettere (A-B-C-D-E) e altrettanti colori (dalla A verde alla E rossa).
Come vengono assegnati i bollini?
Questa è la parte che fa maggiormente discutere: presi 100 grammi di prodotto, vengono analizzati i contenuti in termini di fibre, proteine, vitamine, zuccheri, sale, acidi grassi saturi. Questi valori vengono poi sottoposti a un calcolo complesso che restituisce il “punteggio” del singolo alimento. Più verso la A e il verde sta il colore sulla confezione più il prodotto è considerato salutare, più ci si sposta verso la E con il colore rosso, più esiste il rischio di malattie cardiache o legate a diabete.
LA POLEMICA
Al di la delle posizioni e dei pensieri politici, quello che più, secondo il mio parere, fa rabbrividire è che il sistema Nutri-Score classifica come “verde” la Coca Cola Zero – non me ne vogliano quelli della Coca Cola, è un esempio! – e manda in rosso “il Parmigiano Reggiano, l’olio d’oliva e il prosciutto di Parma”.
Associazioni di categoria come Coldiretti e Federalimentare bocciano il sistema di bollinatura nato in Francia, perché considerano arbitrario il modo in cui vengono assegnati colori e lettere, contestano il sistema che non tiene abbastanza conto della specificità degli alimenti, accostandone di troppo diversi fra loro e tendendo a confondere il consumatore.
ALTERNATIVA?
Al Nutriscore si contrappone l’etichettatura NutrInform Battery che valuta l’incidenza di un cibo all’interno della dieta.
Non più un ‘semaforo’ ma una ‘batteria’ che riporta tutti i valori relativi ad una singola porzione di cibo.
Avremo quindi percentuali di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale delle singole porzioni su una quantità giornaliera raccomandata. Così si contribuisce a combattere patologie legate a scorrette abitudini alimentari. Cioè.. insomma, dai! Ti dico cosa e come mangi, ti fornisco delle informazioni utili e non generiche e contemporaneamente ti insegno a consumare consapevolmente indicando un corretto percorso alimentare a partire dal singolo alimento non estrapolato dal suo contesto. Non è complicato né difficile, ma completo e logico. Per questo fa paura?
CHI DETERMINA LA NutrInform Battery?
Entrano in gioco molti attori: la filiera agroalimentare, nutrizionisti dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio per la Ricerca Economica Alimentare e i ministeri delle Politiche agricole, della Salute e dello Sviluppo economico.
Insomma… una roba non da poco, non solo un via o un alt, ma una cosa ragionata di un percorso e di un viaggio salutare e sicuro da fare assieme, non da soli a caso. Quello che invece i nostri cugini e parenti lontani d’oltralpe vorrebbero farci imporre da Mamma Europa. Eh sì, perché ci dobbiamo adeguare e uniformare.. ma chissà perché i conti non tornano!
SALUTE ED ENERGIA A PARTE: MA COSA SUCCEDE AL NOSTRO EXPORT?
E qui ti volevo. Oltre a voler incidere positivamente – termine un po’ scomodo negli ultimi anni! – sulla salute e le abitudini alimentari di tutti – visto in che stato versa il nostro mondo – ci sono poi ovviamente anche grosse ricadute a livello economico, negative s’intende,
Il Nutri-Score infatti avrebbe un peso importante perché ovviamente semaforo-rosso semaforo-verde si ripercuote sull’acquisto o meno delle derrate.
Secondo un’indagine di Ipsos per l’Osservatorio Waste Watcher International, su un campione di 7 mila cittadini di Stati Uniti, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia, “per 3 consumatori su 4 le informazioni nutrizionali in etichetta possono influenzare significativamente le scelte nel carrello e 4 su 10 cambierebbero i consumi in ragione dei colori apposti sulle etichette”. Alla base della “segnaletica” non dovrebbe esserci indicazioni limitate per disincentivare il consumo ma un’educazione alimentare corretta, come ha sottolineato il nutrizionista Luca Piretta: “L’alimentazione non è fatta solo di un cibo o di un colore verde che dà l’idea di poterne mangiare a volontà o di un colore rosso che fa apparire un determinato alimento come proibito. Sono l’educazione e la consapevolezza nutrizionale a fare la differenza. Etichette a semaforo, oppure con lettere apposte come un voto scolastico sono ingannevoli rispetto alla reale natura del prodotto singolo, e alle quantità effettivamente consumate. In questo modo un pacchetto di patatine viene considerato più sano di una scatola di tonno”.
Invece con un equilibrio nutrizionale tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera come nel sistema di etichettatura a batteria, e non nel singolo prodotto, non solo si salvaguarda la salute, l’alimento e una corretta educazione alimentare, ma guarda caso si va ad incidere sul mercato per quegli alimenti che sono davvero spazzatura da soli, e in quanto tali isolabili e meglio riconoscibili e meno acquistabili! Così, per dire!
NO AL NUTRISCORE
Recentemente poi è stato ‘attaccato’ direttamente il settore del vino su espressa richiesta dell’Irlanda. E dal Friuli Venezia Giulia è partita una vera e propria campagna per la difesa dell’agroalimentare e della filiera vitivinicola sì locale ma anche italiana. Un esempio per tutti.
Infatti a venire intaccati vengono ad essere prodotti locali di eccellenza, con ripercussioni dell’identità territoriale, cultura, tradizioni e storia alla fine di tutto il Paese.
Anche il ministro per le Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali Stefano Patuanelli ha confermato il suo no al Nutri-Score.
“È un sistema che non informa, ma punta solo a condizionare il consumatore. Il pilastro centrale per una sana alimentazione sono l’educazione e la consapevolezza su cosa e su come si mangia. Noi abbiamo elaborato un diverso tipo di etichettatura che invece informi sui valori calorici e nutritivi, anche in relazione alla porzione giornaliera consigliata. Non si possono dare colori al cibo, non esistono cibi buoni e cattivi in assoluto ed è impensabile pensare nel nostro Paese a una tavola senza formaggi”.
Se così fosse sarebbero a rischio estinzione tanti piatti famosi della nostra tradizione che senza i Dop più gustosi d’Italia non esisterebbero più: dagli spaghetti al pomodoro alla caprese, dalla cacio e pepe ai risotti e ai tortelli, con il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Grana, il Pecorino Romano, l’Asiago e tutti gli altri tesori del palato tricolore.
Pensare ai nostri Salumi d’eccellenza, a cominciare dal prestigioso Prosciutto di Parma fino a ogni tipo di insaccato artigiano dello stivale. Ok, non dico che devono essere alla base di una sana e corretta dieta alimentare. Ma non per questo si devono prendere il bollino ROSSO.
PER FARLA BREVE
Questo nutri-score vuole stigmatizzare a prescindere il prodotto in se, andando a ghettizzare senza motivazione anche il consumo corretto e consapevole dello stesso.
In soldoni: E’ come dire che chi si beve un solo bicchiere di vino a pasto, per l’Europa è un ‘briaco’! A prescindere!
Addio quindi APERITIVI tricolori con un bel calice di Vino Rosso e un tagliere di salumi e formaggi.
Perché di ROSSO rimarrà solo il colore del Pallino assegnato a tutti questi prodotti che rappresentano l’Italianità!
Questa è la vita che ci vogliono far credere GIUSTA!
E voi, cosa ne pensate? Fatemi sapere. La cosa non finisce qui!
p.s.: COCA ZERO meglio dell’Olio EVO_ NO, questo proprio non riesco ad accettarlo!
“Parola del BUTCHER!”
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