Tutti pazzi per il Black Friday. Anche i Butcher contagiati.
Non solo proposte hi-teack. Arriva anche il fresco nel Venerdì nero. GIUSTO o SBAGLIATO?
di Andrea Laganga
Il Black Friday è ormai diventata una ricorrenza immancabile dello shopping pre-Natale: tutto attorno a noi, in queste ore, è un annuncio di super sconti. Da perdere la testa!
BLACK FRIDAY e… AMBIENTE
Ma lo sapete che non solo le mucche nella stalla inquinano? Ecco, ma cosa c’entra con il B-F le mucche e l’inquinamento.
Sapete quanto ci costa questo shopping senza freni?
Tanto, troppo. Almeno in termini ambientali. L’impatto sul Pianeta del Black Friday è devastante. Questo secondo lo studio del SIMA (società Italiana di Medicina Ambientale)
“La crescita costante del numero di italiani che aderisce al Black Friday attraverso acquisti online e nei negozi fisici ha ripercussioni dirette sull’ambiente – spiega il presidente Alessandro Miani della SIMA (società Italiana di Medicina Ambientale) con un TWEET del 25 novembre – Basti pensare che nella settimana di sconti speciali un numero ingente di utenti si sposta utilizzando l’automobile per recarsi presso centri commerciali e punti vendita e fare acquisti a prezzi ribassati, incrementando così le emissioni inquinanti di CO2, ossidi di azoto e poveri fini rilasciate in atmosfera”.
Ma sono soprattutto gli acquisti online ad avere un forte impatto sull’ambiente: un prodotto comprato sul web in Italia deve essere infatti imballato, spedito e consegnato al domicilio del cliente, passando da hub e magazzini vari, spesso percorrendo migliaia di chilometri a bordo di aerei e camion prima di arrivare a casa dell’acquirente. Quando sono milioni i consumatori che fanno acquisti contemporanei in un arco di tempo ristretto, i costi ambientali si impennano raggiungendo livelli altissimi.
I nostri acquisti nell’arco di questa settimana faranno schizzare i livelli di inquinamento contribuendo all’immissione in atmosfera di circa 400mila di tonnellate di CO2 a livello globale, come stimato dalla SIMA, che ha considerato sia il trasporto dei prodotti ordinati online e provenienti da varie parti del mondo sia la maggiore circolazione di autoveicoli privati con conseguenze negative sull’inquinamento atmosferico e sulla crisi climatica.
In pratica il nostro shopping scriteriato contribuirà ad inquinare quanto oltre 350 voli aerei andata e ritorno da Londra a New York – come riportato dal sito greeme.it – Un dato impressionante. Per non parlare poi della mole di rifiuti di plastica prodotta con gli imballaggi.
GIUSTO O SBAGLIATO?
Se potessimo per un attimo mettere da parte la storia dell’ambiente, analizziamo la corsa al Black Friday dalla parte economica. E se ogni scusa è buona per fare rumore, ecco che le novità non vengono sempre prese per buone da tutti.
Se negli anni passati la ricorrenza riguardava soprattutto prodotti tecnologici e affini, ecco che quest’anno a prendere la palla al balzo sono stati anche i produttori di beni alimentari. Grandi e piccoli.
Pasticceria d’autore, bottiglie di vino pregiate o accessori per la cucina o per il barbecue tutti offerti con una scontistica per la durata della promozione. Ed ecco che sui social impazzano rumorosamente scritte, promo, messaggistica, news-letter…. Insomma migliaia di input che suscitano il desiderio irrefrenabile di correre a spese, talvolta eccessive, per non perdersi il prodotto in offerta.
BUTCHER IN BLACK Friday
Quest’anno sempre di più, molti colleghi macellai si sono avvicinati all’onda dell’offerta del ‘Venerdì Nero’. Singoli prodotti in promo o scotistiche su tutta la spesa fatta… per stimolare la propria clientela magari a volumi di spesa che forse non avrebbero affrontato.
Se i cambiamenti generano resistenze, ecco che sui social ci si chieda se è Giusto o Sbagliato applicare tali tecniche per il mondo del fresco, macelleria compresa.
MARKETING GIUSTO?
Quando ci sono possibilità di sfruttare nuove trovate pubblicitarie per smuovere il mercato economico, si fanno avanti subito le due campane del giusto e dello sbagliato.
SI: da una parte ci sono coloro che attenti all’andamento del mercato, cercano di stare sempre sul pezzo, offrendo strategie che il mercato e il cliente attendono. Ecco quindi che, per spirito di marketing, preferiscono applicare scotistiche nell’acquisto investendo i propri guadagni in pubblicità nei confronti dei già clienti e magari attirarne dei nuovi.
NO: La fazione dei No invece è quella un po’ più hold school. Quella che non crede nel bisogno di dover attirare il proprio cliente con scotistiche ‘perché lo fanno tutti’, alimentando per giunta il bisogno di acquisti inutili solo perché il prezzo fa da civetta.
Per loro il marketing del prodotto è il prodotto stesso. Abbassare il prezzo di acquisto dello stesso ne pregiudicherà anche la percezione del valore intrinseco. Un prodotto deve parlare di sé e rimanere nella testa di chi lo acquista non per il suo prezzo ma per l’esigenza e il bisogno che suscita.
I NO del Black Friday preferiscono destinare i fondi del marketing non ad offerte di prezzo ma costruendo un qualcosa che vada a dare un valore aggiunto al prodotto stesso. Insomma, meglio spendere per acquistare la cornice al quadro che scontare il solo disegno.

Valencia, Spain – November 29, 2019: Amazon Prime cardboard box thrown in the trash in a pile of rubbish on the street after Black Friday
Punti di vista differenti sicuramente. Nessuno delle due tecniche di pensiero è da ritenersi più giusta di un’altra. La strada da intraprendere sicuramente sta nell’analisi dei propri mood e filosofia di lavoro: e da quello che si vuole raggiungere rimanendo fedeli a sè stessi. Dipende dall’obiettivo commerciale e dalla posizione di mercato che ognuno di noi decide di raggiungere. C’è chi decide di stare nella quantità delle vendite e chi, al contrario, nei piccoli numeri di produzione.
Pensieri personali permettendo, noi di Maremma che Ciccia ci teniamo però a lasciarvi con una riflessione.
In gran parte dei casi ciò che acquistiamo in periodo di saldi e promozioni si rivela superfluo. Prima di qualsiasi acquisto sarebbe sempre meglio porsi una serie di domande, tra cui: ‘mi serve veramente’? e ‘quello he mi serve veramente’, di che ‘qualità lo voglio’?!
Cari negozianti, clienti, GDO e grandi portali di e-commerce, OK fare marketing ma pensiamo anche a tutte le conseguenze che ingeneriamo con le nostre azioni:
– Il Pianeta ringrazierà! –
Parola del BUTCHER!
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