BOCCIATI I GRANDI MARCHI FAST FOOD_ LO RILEVA IL REPORT
I grandi marchi di fast-food internazionali non rispettano gli impegni di tutela dei polli usati per la loro carne
Cari amici di Maremma che Ciccia, ben trovati.
Oggi vi voglio parlare di un tema a volte sopravvalutato e per alcuni invece trascurato del tutto: di come alcuni marchi di fast food non rispettino gli accordi sulla tutela del benessere degli animali, in particolare dei ‘polli‘.
GLI IMPEGNI PRESI E DISATTESI SULLA TUTELA DEI POLLI, carni usate nei fast food
Dal nuovo report della World Animal Protection, in collaborazione con Animal Equality, come si legge su AgenFood del 6 ottobre, arriva una denuncia sul fatto che alcuni dei marchi di fast-food internazionali non abbiano lavorato come ci si aspettava circa gli impegni pubblici presi in passato a tutela del benessere dei polli utilizzati per la carne e nella catena del loro approvvigionamento.
Sembra infatti che la maggior parte delle aziende abbia ricevuto punteggi molto bassi, tra cui – in Italia – Burger King, McDonald’s e Starbucks.
Pensate dunque che ogni anno miliardi di polli sono sottoposti a inutili sofferenze da parte di aziende di fast-food che si rifiutano di prendere sul serio il benessere dei polli nella loro catena di approvvigionamento.
AHI AHI!!!
LA World Animal Protection commissiona il report The Pecking Order ogni anno dal 2019 infatti per monitorare i progressi dei principali marchi di fast-food. Le aziende SONO valutate per gli Impegni e Obiettivi (ovvero l’insieme dell’impegno di un’azienda nei confronti del benessere dei polli in base ai criteri specifici delineati nello European Chicken Commitment per le aziende UE) e la voce Rendicontazione delle prestazioni (come verifica dei propri impegni relativi ai criteri dello European Chicken Commitment).
Il report annuale valuta le aziende e i marchi dei fast-food internazionali in base al loro approccio al benessere dei polli nelle loro catene di approvvigionamento.
UDITE UDITE!!
Nessuna azienda di quelle valutate ha ricevuto un punteggio complessivo di livello 1 (leader), 2 (buono) o addirittura 3 (in fase di sviluppo).
I risultati del 2022 sono a dir poco strabilianti -in senso negativo ahimè:
- l’89% delle aziende ha ricevuto un punteggio di livello 6, molto scarso, perché sembra NON aver preso alcun impegno in materia di benessere dei polli da carne;
- la maggior parte della carne di pollo servita in questi noti fast-food proviene da polli che vivono in ambienti insalubri… tralasciamo il resto che potrebbe risultare troppo forte, ma ci siamo intesi
- non si tratta solo di un problema di benessere animale – che già di per se vale tutto! – ma anche di salute umana, messa a rischio dall’uso eccessivo di antibiotici …
E PUR SI MUOVE …
In Australia, Canada, Starbucks USA e Subway USA hanno ottenuto i punteggi più alti, anche se ancora non del tutto ottimali, ma dimostrano che qualcosa hanno iniziato a farea livello globale, ricevendo uno status complessivo di livello 4, che indica che stanno “iniziando” il loro percorso per gestire meglio il benessere dei polli.
World Animal Protection e Animal Equality spingono l’industria alimentare a impegnarsi sulle proprie policy globali per ridurre drasticamente le sofferenze di miliardi di polli.
In particolare, le aziende sono tenute a:
- Utilizzare razze a lento accrescimento
- Assicurarsi che i polli abbiano lo spazio necessario per esprimere appieno i propri comportamenti naturali negli allevamenti
- Dare a questi animali l’opportunità di assumere comportamenti naturali attraverso gli arricchimenti ambientale, l’illuminazione naturale e una migliore gestione della lettiera
- Assicurarsi che i polli siano macellati con metodi consoni
LE PAROLE DI ALICE TROMBETTA, DIRETTRICE ESECUTIVA DI ANIMAL EQUALITY
Sempre su AgenFood del 6 ottobre si legge che Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia afferma: “I risultati di quest’anno ci dicono che alcune delle principali aziende alimentari del mondo stanno chiudendo un occhio sulla crudeltà degli animali che avviene su larga scala nelle loro catene di approvvigionamento, e di conseguenza stanno venendo meno agli impegni che si sono assunte. Le aziende hanno il potere di ridurre le sofferenze di miliardi di polli e, dopo quattro anni di valutazioni, è scioccante che continuino a ignorare i pareri scientifici e l’opinione dei consumatori su questo tema”. … Continua “Non c’è alcuna giustificazione per trarre profitto dal dolore di miliardi di animali senzienti.
Per questo motivo, le valutazioni pubbliche annuali di queste aziende sono fondamentali e, mentre accogliamo con favore i progressi compiuti da alcune, altre devono essere ritenute responsabili per la loro vergognosa mancanza di considerazione del benessere degli animali. Esortiamo quindi queste aziende a prendere sul serio le preoccupazioni dell’opinione pubblica sul benessere degli animali e a sottoscrivere lo European Chicken Commitment”.
Ora, non voglio trarre conclusioni affrettate o puntare il dito contro i colossi dei Fast-food. Anzi, voglio spezzare una lancia a favore di queste realtà. La situazione negli ultimi anni, tra covid, problemi nell’approvvigionamenti, aumento dei prezzi delle materie prime, costi insostenibili di produzione… hanno certamente stravolto gli obiettivi che si erano prefissati nel raggiungere negli anni, tra cui quello di andare verso la direzione nell’utilizzo di materie prime con caratteristiche ottimali.
No, non voglio scusarli, anzi… la campagna di Maremma Che Ciccia è proprio quella di raggiungere un benessere animale globale senza se e senza ma… un valore che dovrebbe essere acquisito da tutti quanto normale.
Ora voglio stravolgere il punto di vista delle cose: facile puntare il dito verso realtà, del piccolo o grande mercato che si sa, per contenere i costi del prodotto finale, devono reperire altri tipi di qualità delle materie prime.
Quel dito lo vorrei invece puntare su ognuno di noi! Ora che sappiamo, conosciamo come stanno le cose perché non ci impegniamo in primis nel voler cambiare le cose, andando a ricercare e richiedere SOLO prodotti che rispondono a precise caratteristiche di Benessere Animale e qualità negli allevamenti?
Il mercato è fatto di Domanda e Offerta. Ognuno può cambiare le sorti!
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