BAGHERIA DICE NO! E chiude per un giorno!
NOI SIAMO I PRIMI_ Ma l’Italia deve essere UNITA!
“Essere imprenditori oggi giorno è diventato difficile, a tratti impossibile”. Queste sono le parole che da qualche settimana si fanno spazio nelle bacheche dei profili social degli italiani. Tutto ciò dovuto da questa situazione insostenibile e imprevedibile che si sta vivendo su tutto il territorio italiano a causa del caro bollette.
Come imprenditori e voce sociale, la redazione di Maremma Che Ciccia ne ha parlato proprio questo fine settimana, con lo scopo di dare risalto ad una situazione angosciante e tesa vissuta in prima linea dai lavoratori e cittadini. Non nascondo che la nostra voce voleva essere solamente un monito per alzare i riflettori sullo stato delle cose.
Purtroppo, questa informazione ha scaturito racconti e testimonianze che ancor di più hanno marcato la paura dei colleghi e imprenditori nel fare impresa OGGI. Una paura concreta sul futuro delle cose vissuta ogni qual volta ci troviamo ad aprire le comunicazioni dei vari distributori di servizi elettrici e non solo, al quale non sappiamo dare spiegazioni a improvvisi e ingiustificati aumenti delle tariffe.
FACCIAMO QUALCHE COSA
“Se pur qualche voce di rappresentati di categoria dei lavoratori si è mossa, con interviste e giornalate, quello che ancora non si è visto è qualche cosa di concreto dai piani alti” – commentano in molti i vari post delle testate giornalistiche – “mancano prese di posizione vere da parte dei grandi di categoria, con mosse dirette verso le istituzioni le quali ancora, da mesi non riescono a darci dei chiarimenti sensati ma, soprattutto, soluzioni reali”.
E poi c’è chi propone cortei verso Roma capitale, blocco delle strade in stile giacchetti blu francesi o altre iniziative della voce del popolo… ma nulla.
O meglio, proprio in questi giorni, una telefonata e un post su Facebook di un caro collega Siciliano mi ha raccontato che…
BAGHERIA CHIUDE PER UN GIORNO
“Ciao Andrea” – al telefono il collega e amico Mauro Aiello, della macelleria Fratelli Aiello di Bagheria – “Dal mio paese parte una grande iniziativa, forse i primi in Italia a farlo… qua la situazione in Sicilia (ma come nel resto dello stivale) è veramente improponibile; non ne possiamo più”.
Con queste parole, il collega siciliano mi ferma al telefono per più di mezzora raccontandomi uno scenario che mi gela veramente il sangue, lasciandomi impietrito e attonito dalle sue parole.
“Tutto è fissato proprio per il giorno di Martedì 4 ottobre” – (OGGI) continua Mauro – “tutto è partito da una folta delegazione tra ristoratori, esercenti ed imprenditori del comune di Bagheria (Sicilia) e dell’hinterland del palermitano, i quali stanchi e sfiniti da questa situazione, hanno deciso di chiudere per un giorno e sfilare per le vie del paese fino ad arrivare al PALAZZO DI CITTA”.
Mi racconta con voce preoccupata che in Sicilia, e comunque nelle zone vicine alla sua cittadina, si sono ritrovati cambi di gestore in modo unilaterale perché la società precedente aveva recesso il contratto per motivi di costi dell’energia. Da un giorno all’altro si sono trovati con nuove società fornitrici la cui tariffa era assai più elevata della precedente con il risultato di salassi ricevuti in bolletta.
Piccole realtà di bar che si sono trovati a dover pagare bollette addirittura 4 volte più alte, attività commerciali con aumenti dei costi dei servizi di erogazione con numeri da capogiro senza apparenti motivi… insomma, situazioni insostenibili da affrontare.
Mi racconta anche che questa situazione, vissuta da lui in prima persona, da giovane sposo, giovane imprenditore pieno di sogni e progetti da portare avanti, lo sta spegnendo piano piano.
SI SPENGNE LA VOGLIA DI FARE
“Non ti nascondo – mi racconta Aiello – che in questo momento sto riducendo all’osso ogni tipo di servizi che fino ad oggi proponevo. Il forno per le preparazioni cotte lo accendiamo solamente se ne vale la pena; la sala creata negli anni scorsi per offrire un servizio di ristorazione assistita per il momento è chiusa, salvo se abbiamo prenotazioni che ci garantiscono un minimo di ritorno”.
“Non riusciamo più a lavorare offrendo la normalità delle cose, attraverso lo spirito del rischio imprenditoriale che fino ad oggi ci rendeva vivi e vogliosi nel fare di più! Oggi la voglia di fare viene meno, perché non troviamo la giusta motivazione nel fare le cose”.
“E questo è avvilente, per noi giovani, futuro della società del domani, e per i nostri predecessori, i quali si trovano oggi a vedersi svanire fatiche e sacrifici fatti una vita”.
“Per tutto questo, noi della macelleria Fratelli Aiello abbiamo deciso di aderire e unirci all’iniziativa “BAGHERIA SI FERMA”. Lo dobbiamo per rispetto di noi stessi, del nostro futuro e della società in cui viviamo”.
[estratto da cronachedigusto.it ]
A nome degli oltre trecento rappresentanti che saranno presenti, parlano Italo Fragale della Confcommercio di Bagheria, il titolare della pasticceria e gelateria Gerardo Lorenzini, lo chef stella Michelin Tony Lo Coco e Calogero Sirna a nome di tutte quelle famiglie che hanno ricevuto bollette stratosferiche. “Con in mano le bollette del consumo energetico e le nostre licenze – hanno spiegato i tre a nome del comitato spontaneo che è sorto in questi giorni nel palermitano – sfileremo per raggiungere la sede del Municipio e consegnare al primo cittadino tutta la nostra rabbia e la frustrazione per aver lavorato duramente in questa stagione estiva esclusivamente per pagare bollette assolutamente lesive di ogni criterio. E la cosa ancora più grave è che se il trend dovesse rimanere questo, i prossimi mesi saranno quelli in cui sanciremo la chiusura delle nostre attività dopo tantissimi anni di sacrifici, impegno, dedizione e duro lavoro, non riuscendo più a mettere mano ai nostri risparmi. Non ci meritiamo questo e non possiamo e non vogliamo più rimanere inermi ed in silenzio mentre si consuma sopra le nostre teste un braccio di ferro di lobby e determinazioni che nulla hanno a che vedere con le attività di persone oneste che lavorano. Siamo stanchi di subire, di mortificare le nostre aziende e inevitabilmente rimetterci così tanto”.
“Già nei due anni in cui si è consumata la pandemia, tutte le categorie produttive e commerciali hanno dovuto subire drastici tagli e chiusure forzate, adesso che stiamo “respirando” un po’, dobbiamo fare i conti con le stangate delle bollette. È arrivato il momento di dire basta e il 4 ottobre lo faremo simbolicamente con la consegna delle bollette che ci hanno recapitato in questi giorni e delle nostre licenze, ma non ci fermeremo se non dovessimo ottenere risposte concrete e immediate. Comprendiamo perfettamente che non potrà essere il sindaco di Bagheria a darci le auspicate risposte, ma chiediamo con forza che sia il primo cittadino a portare all’attenzione del Prefetto di Palermo le nostre istanze, chiedendo sin d’ora al prefetto stesso di essere ricevuti a stretto giro per poter esporre le nostre richieste. Auspichiamo, inoltre, che le istituzioni si schierino al nostro fianco per creare un comune fronte di rivendicazioni ed interpretino il nostro malcontento, ma soprattutto la nostra disperazione, condivisa con tutte le famiglie oggi titolari di un contatore elettrico che non sono affatto esenti da questo stillicidio. Non ci fermeremo a questa unica azione di protesta, siamo determinati a farci sentire e a ottenere risposte, senza necessariamente dover arrivare ad azioni estreme. Da Bagheria si alza forte il nostro grido d’allarme che a strettissimo giro potrà coinvolgere l’intera Sicilia senza fermarsi. Abbiamo bisogno che le istituzioni prendano in seria considerazione la difficile situazione che stiamo vivendo. Riteniamo oltremodo ingiusto dover versare decine di migliaia di euro per il consumo elettrico dopo aver lavorato incessantemente per recuperare, seppur in modo parziale, i danni che la pandemia ha lasciato ovunque. A queste condizioni non ci stiamo e non esiteremo a riferirlo nei modi e nei tempi che riterremo più congrui per farci ascoltare. Infine lanciamo un appello a tutti i nostri colleghi siciliani affinché in modo spontaneo si raggruppino per serrare i ranghi e alzare un’unica voce di protesta. Dalla Sicilia sud orientale sino a quella occidentale, isole comprese, ci piacerebbe essere coesi e compatti per ottenere l’attenzione che meritiamo. Noi intanto il 4 ottobre scendiamo per strada a sostenere il nostro dissenso”.
Cari amici lettori, qui la situazione si fa seria. E sicuramente il momento di mettere da parte ogni attrito tra lavoratori, colleghi o meno, e fare la voce GRANDE, UNITA e COMPATTA.
Sapete che da sempre io e il mio blog portiamo avanti il motto UNITI SI VINCE. Ora, come non mai, è il momento di far vedere una categoria, un’italia stretta e coesa che cerca soluzioni insieme per andare avanti. Non c’è bisogno di fare rivoluzioni o sommosse. C’è solo da tirare fuori la volontà nel far capire, a chi di dovere, che non c’è più tempo da perdere. Senza aspettare che altri lo facciano per NOI!
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!