Carne in vitro NON CI FIDIAMO. Lenta la credibilità dei prodotti cell-based!
Oltre il 60% dei britannici dice no alla carne coltivata in laboratorio.
Cari amici di Maremma che Ciccia! Ben trovati. Orami il mantra del ‘rientro’ in tutti i sensi si sta macinando e tutte le attività, bene o male, si sono riattivate. Autunno incerto … ma non dipende da noi! Tant’è!
Di fatto noi, come tutti, cerchiamo di dare il meglio, di non arrenderci sia singolarmente con i nostri esercizi commerciali, che tutti assieme come categoria.
E proprio mentre si cerca di capire cosa succeda nel settore, tra le varie notizie sotto gli occhi di tutti – spesso molto strumentalizzate! – ecco che mi ha colpito questa che vi voglio sottoporre.
CARNE IN VITRO
Ancora!!!! Direte voi… tranquilli! Stavolta ne parlo solo perché il popolo britannico si è opposto! Mentre sempre dal nord arrivano proposte assurde per il settore a favore di un pianeta più ‘sostenibile’ – forse si sono dimenticati di tante altre cose che andrebbero riviste e/o sistemate prima dei tranchant provvedimenti che alcuni paesi vogliono adottare … ma tant’è! – ecco che la soluzione della ‘carne in vitro’ non convince affatto gli amici inglesi. E meno male che alla fine qualcuno osa dire qualcosa! I prodotti cell-based non sono ben accetti!
“CARNE IN VITRO? NO GRAZIE, SIAMO INGLESI”- Startup Italia
In un articolo di STEFANIA LEO del 15 set scorso si legge che un’indagine condotta da Food Standards Agency in Gran Bretagna ha evidenziato come le vecchie abitudini e tradizioni sono dure a morire, in particolare nei confronti dalla carne rossa. L’indagine fa emergere che il 60% dei consumatori non vuole consumare carne coltivata in laboratorio. Sembra che la Brexit abbia in parte ostacolato la libera circolazione di novità anche in questo ambito ma che pur lavorando a semplificazioni per ovviare a tutto ciò, varie indagini di mercato attestano che proprio la cosa – della carne coltivata in vitro – non piace alla gente!
E’ vero che in generale i consumi di prodotti animali sono diminuiti per motivi di salute e anche di carattere ambientali ma oltre manica c’è grossa preoccupazione per il benessere degli animali da allevamento e per la propria salute.
L’industria si fa avanti e cerca appoggio dei governi e richiamo l’Europa a farlo per la salute del pianeta, ma a volte ci si dimentica di come questi sono parte del sistema e dell’ambiente e che purtroppo è sempre l’uomo che forza sempre gli equilibri che invece sono radicati in tradizioni e sapèri tramandati nel tempo.
LA RICERCA
Se le multinazionali si stanno muovendo sulla strada della coltivazione in laboratorio delle proteine, questi loro sforzi ancora sembrano non convincere la popolazione britannica. Ma non solo quella direi. E’ giusto che la ricerca vada avanti e trovi soluzioni per tutti ma mi sembra strano che, come riporta l’articolo a cui mi riferisco, l’Ivy Farm apra una nuova azienda di carne coltivata -sembra la più grande in Europa – proprio vicino al dipartimento di ingegneria della Oxford University e che abbia pure richiesto che il governo britannico supporti l’introduzione della tecnologia legata alla carne coltivata e che la Food Standards Agency dia la sua approvazione.
Insomma … Mi sembra un po’ tutto pilotato… Tanto da aggrapparsi al quel 40% di minoranza nella ricerca di cui sopra pur di poter operare e dire che il pianeta si potrebbe salvare anche solo con loro!.
Mah… salute ok, sostenibilità pure, ambiente anche… ma non esageriamo per il vil denaro!
Ricerca sì, manovre no! Cerchiamo di rimanere obiettivi e non lasciamoci trascinare da azioni avventate ed estreme in grado di cancellare memoria e futuro: quello di tutti! Io intano accendo la brace…
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!