Il sogno americano dei Butcher della Nazionale Italiana. Tra i 100 migliori al mondo per il WBC… ma come fare per diventarlo?
Cari amici di Maremma che Ciccia. Sono stato un po’ assente… ma ero giustificato!
La Nazionale Italiana Macellai aveva chiamato e sono volato con la squadra oltre oceano per una delle competizioni mondiali più importanti della categoria. E noi c’eravamo e che risultati abbiamo riportato a casa!!!
Ma per gradi, vi racconterò la follia e la girandola delle mille emozioni passo per passo, partendo dal mio cuore e dalla mia esperienza personale… la cronaca la lascio alla stampa: questo è un blog e le regole sono quelle della spontaneità, della trasparenza e correttezza, verifica fonti e quant’latro come è giusto che sia, ma principalmente è un racconto fatto da me e dal mio personalissimo punto di vista.
E questo sarà il mio racconto di come è andata a Sacramento per la WBC 2022 a Sacramento.
IL RACCONTO
Quell’inno di Mameli gridato a gran voce ancora lo sento chiaro e nitido nelle mie orecchie. Non è stato un viaggio, non è stata una gara: è stata un’esperienza vissuta al mille per cento. Far parte della Nazionale non è solo un grande onore: è un privilegio conquistato da tutti noi con duro lavoro e determinazione.
La gara in America è stata solo la punta dell’iceberg di oltre due anni spesi a lavorare duramente e con determinazione. Prima la teoria, con lunghe sessioni di pianificazione e progettazione su carta; poi la pratica divisa in vari step fino ad arrivare alle dure e difficili simulazioni di gara.
E se vi dico che la Nazionale non è per tutti, credeteci!! Ma non lo dico per scoraggiare nessuno o per farci belli agli occhi dei colleghi. Essere nella nazionale significa sì saper eccellere in tutto o parte del mondo della macelleria, ma anche essere in grado di vivere un’esperienza sportiva.
Saper quindi sopravvivere alle ansie, paure, tensioni, stress… saper lavorare in gruppo, essere propositivi, innovativi, essere degli strateghi, degli ottimi rifinitori con la predisposizione al buongusto…. insomma, far parte della Nazionale significa volersi formare a tutto tondo insieme ad altre persone.
È già qui mi pare di aver già detto molto.
L’AMERICA – LA GARA –
Progettare, pianificare e riuscire ad arrivare in America per questa competizione segna dentro di te un gran traguardo. Anzi, puoi già dire di aver vinto per te stesso. Un premio per il coraggio verso qualche cosa che magari una settimana prima sembrava inarrivabile, invalicabile.
Invece sei arrivato proprio lì e dopo ore ed ore di viaggio ti trovi catapultato letteralmente in un altro mondo e in un’altra dimensione quasi per magia: una magia che hai compiuto assieme ai tuoi colleghi con la fiducia di tutti. Sei lì perché te lo sei guadagnato ma anche perché ti hanno scelto per rappresentare il tuo paese. E questa, è davvero tanta roba!!
Ti trovi su un altro pianeta e non puoi sbagliare. Tutto diverso, dalle misure all’area che respiri. Poi inizi ad incrociare colleghi provenienti da ogni parte del mondo, con i colori delle divise differenti, che parlano altre lingue con cui non sempre si riesce a capirsi ma con cui si ha voglia di trovare una soluzione comunque per comunicare.
Tanta responsabilità sulle tue spalle, le tue e quelle dei tuoi compagni di viaggio: la tua squadra che dovrà dare il meglio di sé per mostrare al mondo intero la maestria della categoria. Non puoi deludere nessuno, devi sapere tenere il passo vertiginoso che ti impongono, saper sostenere il confronto e essere all’altezza della competizione. Non è solo il mercato, non è solo maestria: è sapere far valere il proprio sapere fare e la propria arte.
Sì perché questa è un’arte dalla grande tradizione che rispetta e tramanda i saperi antichi di un paese fatto di tanti territori.
LE EMOZIONI
Ti fermi a riflettere e dici “Cavolo, io sono qui, a rappresentare la mia bandiera, la mia terra, tra i migliori macellai del Mondo” ed è proprio in quel momento senti il cuore che ti cresce dentro il petto tanto che vorrebbe uscire fuori per dire “Ci sono anche io”!
Non hai tempo ma riesci lo stesso a ritagliarti un nanosecondo per riflettere ed ecco che ti trovi solo, lontano dalla famiglia che spesso per colpa del fuso orario non riesci a sentire quanto vorresti …. Ma da dietro ecco che ti arriva un abbraccio, una pacca sulle spalle, una battuta per smorzare la tensione. Sei con la tua squadra, la tua famiglia adottiva che mai ti lascerà solo perché TU non la lascerai mai sola.
E qui siamo solo all’inizio direte voi. Si, è proprio vero. Per ora siamo solo all’inizio del viaggio e ancora vi devo raccontare la parte clou del viaggio, la GARA. 🤣
Ma questa è un’altra storia e ve la racconterò nella prossima pagina del diario del BUTCHER in America.
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