E SIAMO SOLO AGLI INIZI
Buon SABATO amici di Maremma che Ciccia!
Benvenuti a questo altro wk infuocato di fine luglio. Ormai ci dovremo fare l’abitudine, dicono gli esperti. Non è solo un’ondata di caldo anomalo, ma solo l’inizio di quello che sarà.
Ce lo avevano detto, da anni se ne parlava, e ora ci siamo: il clima è arrivato al capolinea e sarà sempre peggio.
Bon! Non sorprendiamoci perché lo sfruttamento sconsiderato del nostro pianeta ci ha portato a questo e … l’abbiamo creato noi. In questo ‘noi’, poi, davvero a ‘noi’ ci addossano molte responsabilità.
In parte alcuni numeri e atteggiamenti del passato possono dire la sua, ma sappiamo benissimo che davvero non è tutta colpa ‘nostra’: di noi butcher e della filiera. Certamente, dobbiamo ammetterlo – ma come tutti gli altri, eh! – ci sono responsabilità per comportamenti poco edificanti e rispettosi, ma oramai sono anni che non è più così e la colpa, se di colpa si debba parlare, non è davvero tutta da attribuire comunque a questo.
VENIAMO AL NOI VERO!
Anche noi, categoria e filiera – e forse più e prima di altri – stiamo soffrendo il periodo. Noi della filiera ‘della carne’ – dalla terra alla tavola – siamo i primi a risentire di tutta questa assurda e imperiosa situazione: siccità, scarsità degli approvvigionamenti, aumento dei prezzi, normative stringenti da ottemperare, aumento dei prezzi a monte e a valle, benessere animale da rispettare e territori da salvaguardare, economia circolare, investimenti, vendita, sicurezza alimentare e benessere, crisi incombente, dovere e impegno sociale, imprese e conti da far tornare, mode, tendenze, false credenze, fake news, pandemia, guerre e instabilità politica.
Insomma, chi più ne ha più ne metta. E poi il dovere verso la nostra stessa categoria di professionalizzarsi al massimo, di essere all’altezza dei tempi che cambiano e pronti a reggere il colpo e il peso sociale e il rapporto con le nostre quotidiane collettività. E’ c0n gli animali che abbiamo un patto di rispetto reciproco che affonda le sue radici nella tradizione secolare della professione e del compito di migliorare la vita sul nostro pianeta.
Sono altri comportamenti da demonizzare – sfruttamenti e altro – che non sono da imputare oggi a noi categoria. Non si risolvono le cose addossando la colpa a qualcun altro: non funziona così… anche se la storia purtroppo dà degli esempi che hanno segnato la nostra umanità.
IL DOVERE DELL’EQUILIBRIO
Ora tutti abbiamo un dovere in più: riportare il nostro mondo impazzito a nuovi equilibri che permettano alle sue creature di stare in salute in un reciproco equilibrio di benessere.
La tecnologia ci viene in aiuto, dall’agricoltura al digitale: non andiamo per compartimenti stagni e lavoriamo in modo integrato nel rispetto di tutti, del pianeta e delle sue creature.
Carbon farm e abbattimenti degli animali per combattere la siccità e altri disastri… non possono andare d’accordo. Vediamo come poter mediare e non arrivare a comportamenti estremi. Ne va della nostra credibilità, della sostenibilità delle nostre azioni e della nostra sopravvivenza, in tutti i sensi.
Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, gli allevatori italiani hanno ingenti difficoltà per approvvigionarsi dei mangimi gli animali negli allevamenti, sia per scarsità che l’ aumento dei prezzi delle materie prime. La siccità mette a rischio i raccolti di mais, soia e simili che servono per produrre i mangimi.
Secondo Coldiretti, è colpito l’intero territorio italiano con alcune zone di picco come la pianura padana, dove la mancanza d’acqua minaccia oltre il 30% della produzione agricola nazionale e il 50% dell’allevamento. E’ una situazione che anche se locale, va inquadrata a livello generale.
Gli allevamenti richiedono grandi quantità di risorse che andrebbero sapute utilizzare al meglio riducendo gli sprechi al minimo o modificando i comportamenti errati.
A braccetto con la siccità vanno subito le alluvioni conseguenti e altri disastri ambientali per cui gli stessi allevamenti, o comunque gli animali fonte del nostro lavoro e sostentamento alimentare, andrebbero tutelati anche da questo e non essere trattati come ‘cose’ da abbandonare a sé stessi in caso di emergenza.
Anche gli animali negli allevamenti vanno pensati non solo come cosa da eliminare perché consumano o inquinano, ma soprattutto come esseri viventi che fanno la loro parte tutelati proprio da noi!
Poi guerre e altro, sono tutta un’altra brutta faccenda…. Che va oltre agli allevamenti intensivi…
Pensiamo a fermare quelli lì, prima…
Parola di un butcher disincantato anche se innamorato sempre più del suo mestiere e del nostro pianeta: lo dobbiamo ai nostri figli!
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