RESTRIZIONI IDRICHE: SICCITA’ E NON SOLO. DAVVERO E’ TUTTA COLPA DELLA ‘CARNE’ ??
E CHE [Pxlxe] NOIA… giri su internet e? Per ogni cosa la colpa è della CARNE.
Cari amici di Maremma che Ciccia. L’estate è sempre bella. L’aspettiamo tutto l’anno… ma ormai porta con sé delle esacerbazioni che non sono più solo tipiche della stagione. Non è soltanto il caldo a preoccuparci quanto i danni dell’ambiente per i cambiamenti climatici, associati a questa precisa stagione.
Se ne fa un gran parlare, da tempo … ma quasi come per tutte le cose, fino a che non ci scontriamo davvero con il problema, ci limitiamo a farne argomento da salotto.
Bene. Ora il problema è ancora più grande del previsto e sta marciando ad una velocità che forse avevamo davvero sottostimato.
LA SICCITA’
Non è per fare gli ecologisti o peggio ancora i catastofristi ma il problema è davvero serio e inizia ad incidere sulla quotidianità di tutti noi. Ma tanto fino a che non ci tocca da vicino, anche se siamo per salvare il pianeta, rimandiamo sempre al domani ogni possibile minima azione a favore.
E noi Butcher? Direte voi. Perché Maremma che Ciccia si interessa a queste cose? Beh, intanto perché la cosa è seria e da seri quali siamo dobbiamo dare il nostro contributo non tanto di informazione quanto di attenzione! Poi perché ci riguarda ormai come utenti, famiglie, commercianti: insomma, non si può far finta che il problema non ci sia.
In particolare però pensavo a quanto sta accadendo negli allevamenti e nei campi e a cosa si dice in giro: sì, la colpa è dell’uomo, ma chissà perchè in certi ambiti sembra che sia da addossare più a qualcuno che a tutti quanti. Sarà davvero così?!?
I SOCIAL
In questi giorni, da animale social quale sono, mi sono imbattuto – e magari anche voi – su Instagram in una specie di sondaggio di vanityfairitalia dall’# vanitysiparladi: due chiacchiere su….

Puntando l’attenzione sulla crisi idrica, vanityfairitalia ha chiesto ai loro follower cosa ne pensassero dell’utilizzo dell’acqua e dei sacrifici che gli italiani sarebbero disposti a fare pur di preservarne le sue riserve. Nel loro post riportano che secondo uno studio del WWF il consumo di cibo da prodotti agricoli e da origine animale contribuisce all’89% dell’impronta idrica totale giornaliera degli italiani. A fronte dell’uso domestico dell’acqua, quello per i prodotti di origine animale rappresenta quasi il 50% dell’impronta idrica totale dei consumi nel nostro paese. Da questo studio emerge che il consumo di carne vale un terzo di tutta l’acqua che usiamo ogni giorno.
IL WATER FOOTPRINT NETWORK
Sempre nello stesso post riportano che per il Water Footprint Network – che mette in evidenza i prodotti in base alla quantità d’acqua necessaria per la produzione – per produrre un chilo di carne solo in Italia si calcolano 11.500 litri mentre per un chilo di cereale per esempio ne bastano molti ma molti di meno.

Sempre nel post si dice che se si aggiunge all’impatto inquinante degli allevamenti intensivi, le considerazioni sul benessere animale, la salubrità della carne etc… insomma chiedono ai follower… se non sia davvero il caso di iniziare a mangiarne di meno!!!
RISPOSTE
Se si vanno a vedere le risposte sempre nel post … giù tutti a spada tratta: “… è da molti anni che già hanno smesso di mangiarne”!!!
Tutti contro la ‘carne‘ e tutti che ne fanno a meno da una vita. A dire la verità non è che le risposte siano numericamente tali da fare una statistica, ma certamente danno uno spaccato del mood sul tema.. carne più che sui sacrifici da fare per preservare l’acqua!
Ma allora…, dico, se siamo ancora qua a parlarne nonostante i sacrifici di privazione da carne da tanto tempo… forse questa ‘rinuncia‘ più o meno benevola non è stata abbastanza: visto che siamo sempre qui a demonizzare e non a raccogliere frutti dell’azione fatta.

Ma prima che le nostre azioni siano davvero una goccia che va a costruire un oceano, invece che a perdervisi, che possiamo dire noi e soprattutto, nel rispetto di tutto e tutti, come possiamo aiutare davvero i nostri colleghi di tutta la filiera insieme al nostro ambiente? Perché è questo il tema: fare qualcosa che abbia un impatto reale di vantaggio e non solo una parte. Certamente da migliorare, da efficentare, da … far tutto ciò che serve: ma demonizzare e far credere che il problema risieda tutto lì, solo da una parte, non davvero, non ci sto!!
IN GIRO
E allora sono andato a curiosare oltre, con tutta la preoccupazione non tanto delle risposte a quel sondaggio su instagram quanto al reale problema della scarsità delle risorse e della siccità e della desertificazione imminente.
Mi sono imbattuto così su un altro articolo, questo di circa un anno fa , su Focus.it dove nuovamente si affronta il problema. Per cui… se già se ne parlava un anno fa dove le preoccupazioni erano tutte focalizzate sulla pandemia… o siamo in emergenza ora, o ci eravamo già o qualcosa non torna..
Titola l’articolo di Chiara Guzzonato del 5 giugno 2021:
“Quanta acqua ci vuole per produrre ciò che mangiamo? I prodotti di origine animale si confermano grandi nemici dell’ambiente: produrre carne, uova e latticini richiede molta più acqua rispetto a verdure e legumi “
Praticamente nell’articolo della Guzzonato si evince che, anche se la scelta di approdare ad una dieta vegetariana o vegana non sempre sia la scelta migliore per il nostro organismo – meno male qualcuno lo sottolinea! – Lo è però quella che più rispetta animali e ambiente. Infatti la produzione di carne ha un’impronta idrica molto alta: cioè consuma molta acqua.

Dico io: perfetto!
- Cosa è stato fatto dallo scorso anno?
- E se lo scorso anno nonostante la pandemia lo si sapeva già perché c’erano studi al riguardo, perché non si è agito allora o prima?
- Questo la gente di ‘instagram’ lo sa? Non credo proprio… perché chi vive lì, e ci viviamo in molti e fa anche comodo ‘esserci’ spesso perdiamo di vista la realtà nella sua interezza.
Nell’articolo si continua con il concetto che l’acqua consumata nella produzione di carne varii a seconda del tipo di animale e del sistema di produzione. L’impronta idrica della carne bovina di per esempio è superiore a quella della carne di maiale o di pollo. Bene: da tenere presente per chi deve andare a fare qualcosa la riguardo. Che però non credo sia tagliare a monte tutto… ma se mai cercare di fare qualcosa che migliori la faccenda.
Per il consumo di acqua in rapporto a calorie, proteine o grassi, si legge nell’articolo, la carne animale ha un’impronta idrica media per caloria venti volte maggiore a quella di cereali o patate: la carne di manzo consuma sei volte più acqua per proteina rispetto ai legumi, e per ogni grammo di grasso l’impronta idrica dei prodotti di origine animale (eccetto il burro) è di gran lunga superiore a quella dei prodotti agricoli.
L’articolo è visionabile suFOCUS.IT.
QUINDI?
Insomma la quantità di acqua che si necessita per la produzione animale è moltissima, importa questo dato..: lasciamo stare i numeri agli altri per trarne le giuste considerazioni e spunti per fare qualcosa davvero.
Io però non credo che la siccità e la penuria delle riserve idriche dipendano tutte dalla produzione e dal consumo di carne. Certo, dobbiamo fare in modo che i numeri stimati vadano analizzati e affrontati per essere ridotti e migliorati nelle performance nel rispetto di tutti: ambiente in primis. Ma, se l’acqua serve per produrre la carne, anche di più serve per produrre latte e ancora di più per produrre i mangimi: solo una piccola parte serve per abbeverare gli animali. Insomma: ma che si deve fare?
COSA SI PUO’ O SI DEVE FARE ALLORA?
Un banale deduzione sembra sia ridurre l’uso della carne rossa e grassi animali per dimezzare la nostra impronta idrica sul pianeta. Ma basta? Forse andava fatto prima e non cancellando alcuni aspetti… ma cercando di migliorarli e non demonizzarli. Così… per dire, eh!

Ma ora, con la siccità che stringe la sua morsa su tutti? non si tratta solo di ‘impronta’ ma di fare qualcosa di più!! Dobbiamo certamente muoversi, ma su più fronti e non pensare di risolvere il tutto e di incidere sugli stili di vita con semplici post… Niente contro VanityFair, ci mancherebbe!!!
RIFLESSIONI DA BUTHCER
Se poi ci vogliamo fare una passeggiata sulle fonti pro vegan, ecco che ne esce di tutto. Catastrofismi da combattere con apparenti soluzioni NO-MEAT, a mio modesto parere sempre un po’ pompate ma ammetto che potrei essere di parte.
Non è che forse gli altri hanno deciso di giocare questa partita perché vogliono conquistare la grossa fetta di mercato della carne riconquistata negli ultimi anni e, con disinformati catastrofismi, ci vogliono far credere che la soluzione per il bene del mondo sia quella di gettare del fango forse per loro troppo bagnato, sul mondo degli allevatori??

L’informazione e l’intrattenimento, il famoso infotainment a volte rischiano di dare superficiali soluzioni e false credenze. Attento mondo!!! Attenti lettori!
Le soluzioni sono altrove e vanno ben distinte… o no?
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