FILIERA DELLE CARNI: IN ITALIA SIAMO OK
ITALIA, il Paese a maggior EFFICIENZA produttiva di ciccia al MONDO!
Amici di Maremma che Ciccia!! Ben trovati. Anche oggi voglio fare qualche ragionamento insieme a voi. Leggendo qua e là mi sono imbattuto in un articolo del marzo scorso che vorrei riprendere. Nonostante tutto, pecche e difetti – perché a volte sembra che noi italiani non abbiamo altro! – da studi del settore viene fuori che l’Italia si conferma come il Paese a maggior efficienza produttiva al mondo. Si parla della filiera della carne… E scusate se è poco!
In particolare, mentre i demoni del carbon free e di ogni ‘colpa’ degli allevamenti nel soffocare il pianeta e nella crudeltà delle varie pratiche impazzano ormai quasi fuori controllo, risulta invece che il settore carni italiano è molto attenta ai temi del benessere animale, della difesa della tradizione gastronomica del territorio è senza pari.
UN SUCCESSO TUTTO ITALIANO
Ma da dove arriva all’improvviso tutto questo successo? Le filiere delle carni hanno dei meriti non da poco nel migliorare la competitività nazionale all’interno della green economy.
Contrariamente al percepito, da noi no si consuma ‘troppa carne’: infatti i maggiori consumatori al mondo sono gli Stati Uniti, seguiti dall’Unione Europea con in media 85 kg. In classifica l’Italia si posiziona agli ultimi posti come fanalino di coda, e stavolta da leggere positivamente, dietro gli altri Paesi mediterranei dell’EU. Sempre nell’articolo di Giuseppe Pulina su ‘Carni Sostenibili’ viene riportato che il consumo di carne al giorno è di circa 73 grammi di carni rosse, delle quali appena 24g bovine. Se si considera poi il consumo di ‘carni trasformate’, si scende addirittura a 29 grammi al giorno. Questi dati ovviamente, hanno un impatto notevole dal punto di vista scientifico per quanto riguarda il collegamento con l’incidenza di insorgenza di cancro attribuito al consumo di carne, rossa in particolare, che scende di molto nella realtà rispetto a quanto previsto.
DI COSA STIAMO PARLANDO?
Oltre all’eccessivo consumo, che quindi sembra NON esserci, si aggiunge il fattore ‘conservazione’ della carne, che ha dal lato suo la sua importanza e relazione che l’incidenza di malattie. Una su tutte la cottura al bbq, ritenuta aggressiva che porta alla formazione di composti cancerogeni di per sé.
Di fatto, ad informarsi bene, risulta che le ‘carni rosse e processate’ risultano agli ultimi posti come mortalità rispetto ad altre cause come fumo, inquinamento e alcool. Per cui l’assunto secondo cui ‘carne rossa’ uguale cancro – in particolare quello del colon retto – ha praticamente un valore praticamente nullo.
LA CARNE FA BENE
La carne fresca e trasformata – in particolare Made in Italy – è un alimento sano e nutriente. Noi di Maremma che Ciccia lo abbiamo sempre sostenuto. Valida per tutte le fasce della popolazione, specie i bambini, donne in gravidanza, anziani, sportivi e convalescenti. Studi specifici hanno dimostrato che non solo non esiste correlazione con uso di carne e malattia al contrario evitare il consumo di carni e salumi per una salute migliore è assurdo.
Si riscontrano più decessi per maggiore assunzione di carboidrati che portano a malattie cardiovascolari che per l’uso di carni e latticini che portano salute e allungamento della vita.
Forse le raccomandazioni dietetiche dovrebbero essere aggiornate e allineate su questo.
Vero mai esagerare, ma sia in eccesso che in privazione. Demonizzare a priori, credo che non serva a nessuno!
LA RICHIESTA DI CARNE NEL MONDO
Dal momento che continuiamo a crescere di numero – nonostante ce la mettiamo tutta a distruggerci! – la domanda di carne a livello mondiale è destinata a crescere nel prossimo decennio. In Italia però grazie alle notizie false e tendenziose come la ‘carne vegetale’ o di ‘cultura in vitro’ la richiesta di carne si sta assestando e anche subendo un calo.
Visto che non c’è certezza della diciamo della bontà delle alternative citate, sembra proprio che allora sia la sostenibilità delle filiere zootecniche la migliore per fornire disponibilità di carne a prezzi ragionevoli a tutta l’umanità.
AMBIENTE
A livello ambientale le emissioni riportabili alla zootecnia in Italia sono di appena il 3,5% dato che modifica di molto l’impatto emotivo circa la responsabilità attribuita erroneamente nell’immaginario collettivo alla produzione di carne come uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra. Infatti le attività agricole e zootecniche per la fotosintesi quello che viene emesso in termini di gas, viene riassorbito in campagna: praticamente il carbonio sequestrato è superiore a quello emesso, con un bilancio positivo per l’ambiente. Altri studi sull’impronta del carbonio riportano che l’Italia è uno dei paesi più virtuosi al mondo.
Infatti il metano, che è principale gas emesso dagli allevamenti con le fermentazioni enteriche, è a effetto breve ed è anche biogenico ovvero parte del ciclo naturale del carbonio e non si accumula in atmosfera e non contribuisce al riscaldamento globale.
LA ZOOTECNIA ITALIANA: BENE MA SI PUO’ SEMPRE MIGLIORARE
Quindi la zootecnia italiana da ruminanti non solo non contribuisce al riscaldamento globale ma è parte della soluzione del problema.
La produzione delle carni in Italia, la cui dieta mediterranea porta salute ai cittadini, è una delle più sostenibili al mondo per qualità dei prodotti e per i limitati impatti sull’ambiente. Lavorando di concerto con il resto del mondo e le direttive da adottare in funzione dell’azzeramento delle emissioni gas serra, si può migliorare con l’incremento della produzione che garantisca una maggior riduzione degli impatti ambientali per unità di prodotto.
COME?
Questo si può raggiungere attraverso il miglioramento genetico, l’allungamento dell’età produttiva, l’aumento della prolificità e della sopravvivenza e la resistenza alle patologie.
Con l’alimentazione di precisione si può lavorare in questo senso: il largo uso di superfici capaci di fissare il carbonio, come boschi, cespugliati, pascoli naturali, insieme all’adozione di pratiche agronomiche a basso impatto per la produzione degli alimenti potranno ulteriormente posizionare la zootecnia italiana, e quella da carne in particolare, fra le migliori performanti al mondo.
E NOI BUTCHERS?
Anche noi possiamo e dobbiamo fare la nostra parte! Nelle nostre performance, nella scelta dei nostri fornitori, nel consigliare la clientela. Siamo tutti parte di una filiera e ognuno, nel suo piccolo, può e deve fare la differenza. C’è sempre un ‘a monte’ e a valle’ e nessuno può sottrarsi all’enorme responsabilità che tutti noi abbiamo nei confronti delle nostre comunità, dei nostri territori e del tramandare insegnamenti e peculiarità che ci hanno formato, cresciuto e portato ad oggi. La maestria e la saggezza dei nostri nonni fa di noi, italiani in primis, quell’eccellenza che il mondo ci riconosce e ci invidia.
Grandi traguardi già raggiunti e altri a cui tendere: fare parte del cambiamento da protagonisti e non demoni come ci vogliono far passare.
Parola del BUTCHER!
TAGS:
Allevamenti intensivi italiani, Carne rossa e cancro, consumi apparenti, Consumi apparenti di carne in Italia, consumo carne, cottura della carne, efficienza allevamenti intensivi, filiera della carne, Filiera delle carni, Filiera di produzione delle carni, Giuseppe Pulina, temperatura di cottura di sicurezza
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!