HEARTH DAY! MA A NOI CHI CI PENSA?!?
Amici di Maremma che Ciccia! Ben tornati… Oggi vi beccate un mio sfogo bello e buono, da BUTCHER ma soprattutto da abitante di ogni giorno sempre più incazzato e impaurito!
Passate le feste e le grigliate… torniamo a fare qualche ragionamento sui massimi sistemi. Perché dopo questi giorni trascorsi in compagnia e finalmente di nuovo insieme, tanta era la voglia di evadere e riappropriarci di spazi e tempi, si torna tristemente alla realtà.
Alla soglia della fine delle restrizioni anti contagio da una parte e con la guerra che imperversa e inorridisce tutti noi dall’altra, diciamo che egoisticamente un po’ di normalità avevamo bisogno di ricercarla. Difficile da trovare perché c’è veramente poco da stare allegri, ma le tante presenze un po’ ovunque ci dicono che nonostante tutto volevamo evadere e riprendere a muoverci in barba tutto e tutti!!
Che vuol dire tante cose, nel bene e nel male. E in tutto questo via vai ecco che è caduto anche il ‘Giorno della Terra’: l’HEARTH DAY giunto alla sua 52esima celebrazione.
INVESTIAMO NEL NOSTRO PIANETA
Un giorno importante che fa riflettere e che quest’anno aveva un motto particolare: ‘investiamo nel nostro pianeta!’ Celebrare il nostro pianeta vuol dire assumersi una grossa responsabilità e rendersi partecipi delle scelte che segneranno il nostro futuro: economie green, sostenibilità ambientale, come ognuno di noi può fare la propria parte e così via…
Oddio, quest’anno l’invito ai governi di impegnarsi in questo senso sembra quasi ridicolo e inopportuno, o al contrario quanto mai pertinente e coscienzioso in uno scenario apocalittico creato proprio da noi umani non nel degrado degli anni – questa è solo la base – ma per scelte dell’ultim’ora non bastasse tutto quanto già in atto. Così, per dire, eh!
Infatti richiedere a tutti di fare degli sforzi nel quotidiano e nelle scelte strategiche sul nostro futuro stride non poco con le bombe che cadono – le sganciamo noi, eh! – e virus che continuano ad imperversare – su questi ci sono pareri discordanti ma fanno tanto danno ugualmente.
Anche la nostra attivista più conosciuta Greta Tumberg sembra passare in secondo piano: sì, qualcuno ancora l’ascolta ma le sue invettive non riescono a scalfire le coscienze belliche. Un po’ come i ‘carnivori’ e i ‘vegani’: una scelta di vita: stiamo con l’ambiente, ma intano lo bombardiamo… su per giù!
Ma insomma, che dobbiamo fare? Siamo chiamati ad una responsabilità maggiore sul pianeta, ma non sui suoi abitanti, e sappiamo bene che non c’è solo la guerra in Ucraina ma tante altre guerre, magari un po’ più piccole, un po’ più lontane, ma sempre catastrofiche e in atto. E che non aiutano certo a migliorare il nostro pianeta né ad investirci..
NELLO SPAZIO
Il nostro Elon Musk – per contro parte – ci porta su Marte, o comunque su sfide spaziali per colonizzare altre realtà e non è più una gara a chi è primo a farlo o a chi va più lontano ma proprio un vero e proprio lavoro di preparazione per un’emigrazione di massa tra corpi celesti. Futuristico certo, ma già in atto e con obiettivi ben precisi. Noi abbiamo le nostre legge sull’immigrazione, gli sfollati, i cordoni umanitari e lui sposta il piano nell’universo! e vabbè!
Insomma, dobbiamo concentrarci a far stare bene il pianeta, ma dei suoi abitanti ci curiamo poco o per lo meno non è che li trattiamo benissimo. Intanto andiamo a cercare altri posti stellari e nel frattempo dobbiamo sopravvivere.
INNOVAZIONE E RICERCA
Mentre l’innovazione e la ricerca cercano di contrastare fame e morte, noi – in questo caso proprio noi butchers! – ci ritroviamo come sempre a lottare nella nostra quotidianità per dare una parvenza di sicurezza, di futuro, di possibilità, di certezza per la quale facciamo tutti noi tanta ma tanta fatica. I grandi della ‘terra’ ci danno copri celesti e armi letali, e noi dobbiamo destrarci a campare, con criteri validi che ci portino lontano. Insomma, più binari e livelli, e non solo sociali.
IL GIORNO DELLA TERRA
Il giorno della terra… Eh! Ma per noi sono tutti giorni della nostra terra, perché ci viviamo, ci respiriamo, perché abbiamo il dovere di portarla avanti e renderla vivibile per i nostri figli; perché tra leggi, normative, adeguamenti, rincari e scarsità di materie prime ci facciamo in mille per trovare una linea di azione che ci permetta di sopravvivere, di far vivere e tramandare saperi e sapori. Con un po’ di gioia e soddisfazione.
Sembra scontato, banale, ma non lo è affatto.
COSA SI DEVE FARE?
Si deve ridurre il proprio impatto ambientale e si deve iniziare dalla tavola: questo uno dei compiti a cui siamo chiamati! Noi Italiani – tutti, non solo butchers – siamo migliorati nei nostri consumi come rivela un’indagine ad hoc. Per esempio il 47% degli italiani acquista sempre più cibi locali con il 34% che sceglie prodotti a filiera corta e il 28% alimenti di stagione. Sembra esserci maggiore senso di responsabilità dei consumatori per evitare gli sprechi
INVEST IN OUR PLANET
Il tema di quest’anno è Invest in Our Planet, per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro la metà del secolo così da mantenere la temperatura globale al di sotto di 1.5°C. La situazione climatica peggiora e la pandemia non ha certo aiutato ma la sensibilità al tema globale sembra aumentata.
Intenzioni e azioni poi però appunto spesso non si trovano allineate. Uno fa e l’altro disfa. Il clima danneggerà l’economia, aumenterà la scarsità di cibo, impatterà su profitti e lavoro… e questi fanno pure la guerra!
Insomma… bella prospettiva!
Ma ci siamo o ci facciamo?!?
La giornata della terrà è importante, ogni ‘giornata’ di qualcosa fa bene perché ci riporta all’attenzione della molte cose che abbiamo o che facciamo bene o male… a ricordare per miglioraci, ma questa mi sembra un po’ ipocrita a dire il vero!
Partiamo dalle buone abitudini in cucina…! Bene, ricicliamo! Bene! Risparmiano! Bene! Ma alla fine noi che operiamo sul ‘campo’… non sappiamo davvero più come fare per un futuro sostenibile:
è la quotidianità che inizia a non essere più sostenibile!!
Non dico che non si debba fare il massimo e impegnarsi! Ci mancherebbe! Dobbiamo dare ‘esempio’, essere ‘l’esempio’ e adeguarsi alle politiche che ci guidano. Ma a volte la spesa di tutti i giorni sul territorio, dalla bottega, si fa male a farla e la bottega o il ‘bottegaio’ fa molta, ma molta fatica a rimanere in piedi!
Cara Terra … so che ci mandi tanti segnali e che fin ora abbiamo fatto finta di niente. ma per favore, visto che siamo un po’ lenti nell’apprendere dai nostri stessi errori, non ci abbandonare proprio ora!!
Qualcosa stiamo facendo, non sarà ancora molto ma ci stiamo dando da fare… Abbiamo studiati gli antichi Greci e la famosa ‘tela di Penelope’ ha fatto tanti danni: abbiamo imparato a fare e disfare e ora siamo davvero impantanati!! Ascoltaci e porta pazienza, ma proprio tanta! Siamo purtroppo fatti così.. davvero maluccio!!
Noi Butchers intanto, per quanto da sempre ritenuti responsabili di gran parte del problema, già da tempo abbiamo iniziato la nostra azione sostenibile e non solo nella filiera. E ci sentiamo fieri di NON aver affatto contribuito a questo scempio. O guardiamo se alla fine un aiuto non arrivi proprio da noi, messi sempre alla gogna.
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