BUON NATALE: PREZZI IN AUMENTO E MATERIE PRIME INTROVABILI
CARO NATALE O NATALE CARO?… prezzi da incubo e scelte difficili. Cosa metteremo nel piatto?

Non è una novità che durante le feste ogni cosa subisca un lieve rincaro. Le materie prime aumentano, la benzina pure, innescando così un circolo vizioso nel quale, l’utente finale ne paga le ovvie spese. Ecco che i più lungimiranti, qualche settimane prima, si adoperano per anticiparsi nell’acquisto dei regali risparmiando così file inutili e denaro prezioso.
Ma quest’anno è differente. Quello che stiamo vivendo è frutto di una serie di eventi che ci hanno portato al presente. Un presente purtroppo prevedibile ed annunciato che poco ha di ‘solito’ e ‘consueto’.

LA SITUAZIONE OGGI
Dai piccoli negozi di vicinato, alle grandi superfici di vendita della GDO si sta vivendo qualche cosa di ancora più complicato del solito. Prezzi in forte rincaro, materie prime di ogni genere che non arrivano. Notizia che purtroppo riguarda ogni singolo genere di prodotto. Ferro, legno, alluminio, diventati introvabili, componenti elettronici irreperibili… fino ad arrivare alle materie prime alimentari con prezzi mai visti. Farine a prezzi stellari, patate con un + 35% sui prezzi comuni, prezzi dei singoli imballi ed incarti che innescano rincari sui prezzi finali. Per non parlare poi delle utenze dei servizi con aumenti da capogiro. Insomma, tutto è diventato introvabile o costoso.
A dire il vero cera già qualcuno che con voce allarmata lanciò già mesi fa il campanello dall’arme sulle possibili conseguenze a stretto giro di posta. Mai però avremmo pensato di arrivare a dover vivere a una situazione come quella attuale.
PAROLE ANNUNCIATE
In un comunicato del 23 novembre scorso Federalimentare proclama:

“Per l’aumento prezzi l’industria alimentare non può farsi carico di tutti i rincari. La situazione delle aziende è al collasso. E’ necessario un confronto con la filiera e il governo”
http://www.federalimentare.it/new2016/ms_comunicati_det.asp?ID=1071
Si legge nel comunicato stampa “Nessun rincaro ingiustificato, ma solo la conseguenza della situazione drammatica che stiamo vivendo. L’industria alimentare non può, da sola, caricarsi di tutti gli aumenti delle materie prime che ci sono. Ne va della sopravvivenza delle nostre aziende, il tessuto del food&beverage di questo paese che dobbiamo assolutamente difendere” dice con fermezza Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare, in merito ai rincari di molte materie prime del settore – solo per fare qualche esempio, il grano è aumentato del 100% rispetto a due anni fa, il mais e la soia registrano un +70% sul 2019 – ma anche in relazione ad altri aumenti che pure si ripercuotono sull’industria alimentare – è il caso dell’energia elettrica e del gas che sono raddoppiati, del costo dei noli, triplicato nell’ultimo anno e di quello dei container, di 4 volte maggiore rispetto al 2019. “Questi sono aumenti mai visti prima, che non conoscevamo e che mettono a dura prova l’esistenza stessa delle imprese. Siamo nel bel mezzo di una tempesta e se la situazione non si risolverà entro poche settimane, corriamo il rischio che le nostre aziende chiudano” dice Vacondio. “Finora ci siamo fatti carico del problema perché sappiamo che questo aumento dei prezzi non è ingiustificato ma solo la conseguenza di una crisi globale che stiamo vivendo – spiega il presidente di Federalimentare – ma non possiamo più farlo da soli. È ovvio che anche noi siamo interessati a salvaguardare i consumi e a tutelare il consumatore, ma non possiamo non prendere atto del fatto che la situazione sia diventata insostenibile per le nostre imprese, perciò è necessario che questi aumenti siano presi in carico da tutti gli operatori del settore alimentare affinché diventino un problema condiviso da affrontare insieme”. “Per questo – continua Vacondio – ci siamo detti subito favorevoli all’appello di sederci attorno a un tavolo con tutti gli attori della filiera alimentare e le istituzioni del governo. Appello che rinnoviamo oggi, con grande urgenza. La situazione così com’è è al collasso, abbiamo bisogno di un confronto e che ognuno faccia la sua parte” conclude Vacondio. E in attesa dei necessari confronti tra tutte le parti in gioco, noi come ci possiamo regolare? E NON SOLO Già in un precedente articolo in ottobre sempre Federalimentari aveva lanciato un allarme e titolato come lo “Tsunami materie prime: Inevitabile aumento dei prezzi o le nostre aziende chiuderanno” Il comunicato stampa http://www.federalimentare.it/new2016/ms_comunicati_det.asp?ID=1067 riportava come “L’aumento dei prezzi delle materie prime che avevamo denunciato mesi fa è oggi uno dei problemi principali anche per l’industria alimentare – dice Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – Per questo è necessario tutelare le nostre aziende. Vale a dire che l”aumento dei prezzi dei prodotti del food&beverage che si verificherà a breve sarà inevitabile, pena la chiusura di tante nostre imprese”. |
Un allarme supportato dagli ultimi dati Istat sul fatturato del food&beverage: l’industria alimentare ha registrato sui primi 8 mesi dell’anno un +5,7%. Su questi 8 mesi, il citato tendenziale del fatturato si confronta col parallelo +5,3% della produzione. La forbice fra gli indici percentuali tra i due parametri appare estremamente esigua, a testimonianza, stavolta, di un apprezzamento della produzione alimentare, nel corso dell’anno, inadeguato e insoddisfacente. Non a caso le vendite alimentari in valore sui primi 8 mesi dell’anno segnano un +1,1%, mentre quelle in volume registrano in parallelo un +1,2%. Ne esce una forbice che significa addirittura una marginale erosione di fondo del valore unitario del venduto sul mercato interno.
La compressione di prezzo sul mercato interno operata dalla GDO, a insufficiente e tardivo riconoscimento dei maggiori costi di produzione legati a materie prime ed energia, unita al caro-noli e al caro-container, che penalizzano enormemente la logistica internazionale e i prezzi dei prodotti franco destino, delineano un trend dei margini di contribuzione del settore insoddisfacente e pericolosamente in declino. Dietro i buoni spunti di produzione ed export registrati nel corso dell’anno, il guado congiunturale attraversato dal settore è complesso e difficile. Esso impone un rapido superamento, da un lato, delle anomalie e delle compressioni interne di filiera e, dall’altro, delle intollerabili speculazioni internazionali che alimentano le attuali storture logistiche. Il rischio è quello di prosciugare del tutto, paradossalmente, i vantaggi non replicabili connessi alla fase di ripartenza ed espansione del PIL e dei mercati.
“La situazione è diventata insostenibile – prosegue nel comunicato di cui sopra presidente di Federalimentare – questa mancanza di offerta della materia prima non credo sia una bolla, non terminerà a breve e non è dovuta solo alla troppa richiesta ma soprattutto alla mancanza di offerta, unita anche a uno smisurato aumento di costo di tutte le materie prime (in primis dell”energia elettrica che è più che raddoppiata), degli imballaggi, del caro noli e del caro container che penalizzano il nostro settore. La situazione è molto grave e ognuno deve fare la sua parte: gli attori della filiera in primis. È auspicabile che si intervenga per contenere la speculazione della finanza in un settore, come quello del food, così eticamente delicato”.
COSA FARE ALLORA?

Quello che era stato preannunciato e gridato a gran voce si è rivelato tale. Inevitabile? Beh, chi lo sa. A soli dieci giorni dal Natale non ci resta che da prendere solo piccoli accorgimenti per cercare di contenere la situazione del momento, con soluzioni fai-da-te in modo che nessuno debba rinunciare alle feste. Noi siamo veramente sconcertati e cerchiamo di contenere il possibile, ma a volte il ‘possibile’ sembra diventare davvero ‘impossibile’!!
E voi come vivete la situazione? QUALI soluzioni e tecniche metterete in atto per gli acquisti delle feste? PRANZI E CENONI COMRPESI?

Con i vostri commenti nel nostro prossimo articolo cercheremo di scrivere una mini-guida per sopravvivere al caro prezzo!
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