IL FUTURO DELLA PROFESSIONE. IL REPORT DI IMEAT 2021
Vuoi scoprire il FUTURO di una professione? Lo potrai fare solamente analizzando il pensiero di chi lo sta vivendo a pieno.
No, non servono carte o sfere di cristallo. Se lo sai cogliere, il futuro non sarà mai nulla di così misterioso… imprevisti a parte naturalmente.
Se oggi dovessi rispondere ad una delle vostre domande, quale è il trand della macelleria italiana, vi posso assicurare che la risposta sarebbe più facile di quanto possiate pensare.
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Non sono un mago, tantomeno voglio passare per ciarlatano, lungi da me, cercando magari di vendere consigli o ricette a pagamento…
VERSO LA RISPOSTA
Prima di arrivare alla risposta però, vi voglio dare alcuni consigli pratici su come riuscire a prevedere il futuro, o meglio, stare in pista secondo i trand di mercato.
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OPEN YOUR MINDE
Prima di tutto, se vuoi essere parte del futuro, devi essere parte attiva del presente. Che significa? Vuol dire che per poter andare avanti, devi essere prima di tutto un attore fondamentale del presente, specialmente del tuo. Chi rimane seduto ad aspettare, sperando che altri giochino la propria partita… bhè, allora non è lo spirito giusto.
Vivere il presente, soprattutto nella nostra professione, significa dover uscire dalla propria bottega, sia fisicamente che mentalmente. ‘Confrontarsi con i colleghi non significa rubare idee’ – ‘essere disponibili e collaborativi non è affatto controproducente per le proprie tasche’. LEVIAMOCELO DALLA MENTE!
Sai perché è fondamentale uscire dalle proprie botteghe? Perché respirare, anche se per pochi minuti, ore, giorni – aria differente da quella di casa, fa si che il nostro cervello ricominci a ragionare diversamente e, forse forse riusciremo a capire se quello che fino ad oggi abbiamo fatto sia veritiero oppure se qualche cosa sia da cambiare.
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Ancora, purtroppo, c’è chi non vuole ne entrare e neppure far entrare nessuno per timore di essere ‘copiati’ o magari giudicati. BASTAAAAAAA… abbattiamo questo pregiudizio del collega = concorrente; anzi, cancelliamo pure la frase “La GDO è nostra nemica”. I primi nemici di noi stessi potremmo essere proprio noi. Mettiamocelo nella testa.
OPEN YOUR MINDE and… esci di casa!
CAMBIA MARCIA
Seconda questione, FATTI DELLE DOMANDE E… almeno cerca risposte. Basta scuse. Oggi giorno il web è una fucina di notizie ed informazione (certo, anche piena di spazzatura). Se hai paura o non sei convinto di quello che leggi, almeno prenditi delle indicazioni, cerca nomi di chi può darti delle info serie e precise, sali in macchina e parti. Ci sono molti corsi, possibilità di iscriversi a gruppi professionali o meglio ancora scrivere direttamente alle persone individuate come CONOSCENTI IN MATERIA! FALLO!
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COSE DA NON PERDERE
Terza indicazione, vai ad iMEAT 😉
O meglio, visita le fiere o i momenti di aggregazione della tua categoria. Se tu fossi stato presente ad iMEat con l’idea di cercare degli spunti, avresti ottenuto la risposta alla domanda QUALE E’ IL TRAND DELLA MACELLERIA ITALIANA.
Visto però che la mission di Maremma Che Ciccia è quella di AIUTARE i butcher, farò uno strappo alla regola raccontandovi cosa ho visto in fiera. O meglio, cosa abbiamo visto, cosa ci siamo detti e soprattutto in cosa ci siamo stupiti.
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Non voglio tediarvi nel raccontare chi cera, chi non cera, chi è stato più bello, chi più sul pezzo… il gossip lasciamolo davanti ad una bottiglia di amaro del capo piccante (galeotta fu quella bottiglia)
Voglio invece raccontare lo stupore che ci ha accomunato.
TUTTO PARTE DA UN PROGETTO
Dovete sapere che, per quanto possa essere efficace, nei mesi di preparazioni di una fiera, ogni stand, gruppo, azienda prepara una strategia per rendere più appetibile ed interessante la propria presentazione agli occhi del pubblico. Ecco quindi scelti i colori di sfondo, il tema e soprattutto come allestire il banco carni, visto che di carni dovremmo andare a parlare.
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Arriviamo al sodo… IN oltre 3000mq di esposizione ecco che il filo conduttore scelto era lo stesso. INCREDIBILE VERO? Ecco che salta agli occhi di tutti la scelta nell’esporre in primo piano la CICCIA, nel bello della sua naturalezza e della semplicità.
Un susseguirsi di esposizione di tagli anatomici ben fatti e soprattutto belli da vedere. Un’esposizione da fiera sicuramente di gran lunga differente dalle altre.
BASTA PREPARATI?
La domanda che ci viene in mente ora è un’altra: non dobbiamo far più i preparati che in questi anni abbiamo imparato a fare e a proporre ai nostri clienti? Addio a quei colori bellissimi e accattivanti, con forme particolari lontane dal classico mondo di macelleria?
Sapete che cosa abbiamo fatto? Siamo andati a chiederlo a LEI, la paladina del cambiamento nella macelleria e colei che, fino ad oggi ha portato avanti il mood del preparato nel banco di vendita, Francesca SANTIN, presidente appunto del gruppo Passione Preparati.
Si, abbiamo posto questa domanda proprio a lei, perché in primis, l’esposizione scelta e creata da lei e il suo team ci ha molto destabilizzati. Un bellissimo banco macelleria progettato e creato esclusivamente da tagli anatomici finemente esposti.
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DOBBIAMO TORNARE INDIETRO?
Non è un tornare indietro ma è un riempire delle mancanze che fino ad oggi abbiamo trascurato – ci racconta Francesca – da sempre porto avanti la parola Innovazione; non dobbiamo però scordarci di chi siamo, del nostro essere, della nostra tradizione.
-‘ Abbiamo dato per scontato e comunque messo in secondo piano il concetto di tradizione, cosa che invece non è affatto vero. Girando per le macellerie capita di vedere banchi al limite della legalità. Questi non sono banchi innovativi, tutt’altro. Esposizioni sicuramente belle da vedere che però vanno a snaturalizzare la vera concezione e l’obiettivo di vendita. –
Continuando a parlare con la Santin, ecco che arrivano le considerazioni secondo me gravi. Ci sono macellai che non sanno per esempio fare una bella esposizione tradizionale di un banco di macelleria. In pochi sanno come mettere bene un bel vassoio con le fette di punta di petto e costole per il brodo, rendendo quel vassoio bello da vedere e quindi appetibile dal cliente. Oppure come presentare un taglio anatomico classico rendendolo anche bello da ammirare.
Queste sono mancanze che da una parte fanno paura se pensiamo al futuro della nostra professione. Il cambiamento e l’evoluzione ci deve essere e va fatto ma di pari passo con la tradizione, quella vecchiarella che sempre ci dovrà accompagnare nella nostra vita professione, rendendoci unici ma soprattutto veri.
MA DI CHI E’ LA COLPA?
La colpa è una bella donna, ma nessuno se la prende – sicramente se siamo arrivati oggi a pensare questo e, soprattutto a dover manifestare questa mancanza, dobbiamo analizzare il percorso fino ad oggi fatto. Ad oggi non esistono scuole o corsi professionalizzanti dedicati alla formazione della figura del macellaio e quindi all’insegnamento di tutto quello che ruota intorno alla macelleria, tradizione compresa. DI CHI E’ LA COLPA??
A dimenticavo: un’altra domanda dovremmo farcela! Non è che abbiamo dovuto tralasciare la tradizione dei nostri banchi macelleria perché forse forse questa tradizione non sappiamo nemmeno dove sta di casa? Coltello alla mano compreso??? Macinare e fare polpette forse è stato più facile….
ASPETTO UN GRAN POLVERONE SOTTO LA PAGINA!
Parola del BUTCHER!!
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