SOSTENIBILITÀ: COSA SIGNIFICA E COME APPLICARLA
Pronti per parleremo di sostenibilità, un argomento di grande attualità ma, ahinoi, spesso oggetto di grossolani malintesi? A parlarcene, il nostro Marcello Iuculano.
“Un caro saluto a tutti gli amici di Meatology! Ho riflettuto parecchio se svilupparlo o meno, questo tema, soprattutto a causa delle numerose controversie che, sistematicamente, innesca tra le varie “campane”. Sono infine giunto alla conclusione che, proprio in virtù della sua importanza e complessità, si tratta di un aspetto che – nel contesto del mio settore – certamente merita d’essere affrontato”.
“Pur consapevole della sua “scarsa digeribilità” per chi segue la nostra rubrica in maniera disimpegnata od hobbistica, ho voluto comunque rischiare di “appesantire” un po’ la lettura impostando l’articolo con scientificità. Tutto questo in contrapposizione all’inquinamento mediatico – soprattutto via social, nei quali spesso conta più la visibilità che la competenza – responsabile dell’istaurazione di bufale ed inesattezze. Quanto esporrò di seguito in merito alla sostenibilità è un brevissimo estratto delle nozioni fondamentali, nonché sviluppate dalle organizzazioni più autorevoli – in calce, la bibliografia essenziale”.
DEFINIZIONI
COSA VUOL DIRE SOSTENIBILITÀ?
“Anzitutto, il concetto di sostenibilità non c’entra un ‘H’ con il ‘sostegno alle piccole imprese’. Anche la sostenibilità implica la sfera economica, ma si tratta di un principio estremamente più profondo ed articolato. Risale a tempi molto antichi quando le comunità più consapevoli si preoccupavano di riuscire a sostenere sia le proprie attività che l’ambiente circostante nel lungo termine. Molte culture del passato avevano tradizioni locali che limitavano l’uso delle risorse naturali1“.
“La prima definizione di sostenibilità invece (Sustainability in inglese e Nachhaltigkeit in tedesco) può essere fatta risalire al XVII-XVIII secolo (Hans Carl von Carlowitz), quando veniva applicato alla selvicoltura (impianto, conservazione e utilizzo dei boschi). Al tempo, sostenibilità significava “fare un uso tale di risorse naturali e rinnovabili da permettere alle persone di continuare ad affidarsi ai propri raccolti anche nel lungo termine”2,3“.
“L’uso moderno del termine sostenibilità è attribuibile alla “UN Commission on Environment and Development” (1983), ma non si differenzia granché dalla precedente. “Our Common Future” definisce lo sviluppo sostenibile come: “una modalità che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”4,5“.
Lo sviluppo sostenibile può essere considerato il principio organizzativo della sostenibilità stessa, anche se alcuni reputano che i due principi siano paradossalmente opposti, considerando l’attività di sviluppo come intrinsecamente insostenibile. Il primo grande divario è, quindi, tra chi reputa che la sostenibilità di sviluppo sia possibile oppure no.
SOSTENIBILITÀ COME FILOSOFIA DI VITA
“Si può reputare sostenibile qualsiasi visione che si approccia in maniera ‘sistemica‘ alla relazione tra i bisogni ambientali e quelli umani6. In tal modo l’uomo non si considera più al centro dell’ecosistema o al vertice di una catena alimentare, ed abbraccia finalmente la consapevolezza che, con i propri mezzi, deve anteporre il supporto del “tutto” alle proprie necessità. La nostra economia e società dovrebbero quindi restituire all’ambiente tanto quanto (e di più) sottraggono in termini di sfruttamento.
La sostenibilità sarebbe quindi composta da due/tre domini, reciprocamente interconnessi ed in equilibrio:
- Ambiente;
- Società + Economia.
Per alcuni, è inevitabile che la dimensione ambientale vada a limitare quella socio-economica; ma, ancora una volta, si tratta di opinioni.
COSA PENSO IO…
“Personalmente apprezzo molto la definizione di “processo socio-ecologico caratterizzato dal perseguimento di un ideale comune”, che ha come obiettivo il mantenimento dell’equilibrio tra i suddetti due/tre domini. Ergo: le risorse disponibili non devono essere esaurite più velocemente di quanto le risorse siano generate naturalmente6,7“.
COME SI VALUTA LA SOSTENIBILITÀ?
La misurazione della sostenibilità è la base quantitativa per una gestione consapevole della stessa.
Le metriche utilizzate per la valutazione della sostenibilità sono ancora in evoluzione, e includono indicatori, benchmark, audit, standard di sostenibilità e sistemi di certificazione come Fairtrade and Organic, indici e contabilità, nonché sistemi di valutazione, perizia e altri sistemi di rendicontazione. Sono applicati su un’ampia gamma di scale spaziali e temporali.
Due concetti correlati tra loro e utili a capire se il modo di vivere globale dell’umanità è sostenibile, sono i confini planetari e l’impronta ecologica8,9: se i confini non venissero superati e l’impronta ecologica non superasse la capacità di carico della biosfera, il modo di vivere potrebbe essere considerato sostenibile.
Tutto molto complicato… ma cerchiamo quindi di fare un esempio pratico di attività sostenibile.
NEL PRATICO
COSA SERVE PER GARANTIRE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE?
Gli scienziati di mezzo mondo sono tutt’ora concentrati sul perseguimento della sostenibilità; significa che non è un aspetto così banale. Tuttavia, il più delle volte basterebbe un po’ di buon senso. Vi proporrò alcuni esempi di attività sostenibili, che ho potuto sperimentare di persona.
“Come saprete, io sono un macellaio; inoltre produco vino. Per di più, la mia famiglia ha sempre coltivato nocciole, arance, allevato bestiame da macello, da mungitura e da lana, producendo molta carne, latte, ricotte e formaggi. Diciamo che, nell’ambito aziendale familiare, “mastico” abbastanza bene le attività legate allo sfruttamento delle risorse naturali o materie prime basilari per la vita degli esseri umani”.
“Oggi come oggi, “sfruttamento” è un termine che assume una connotazione negativa. D’altro canto, questo dipende esclusivamente da come viene fatto – se in maniera sostenibile oppure no. Posso affermare che gran parte delle attività tradizionalmente svolte dalla mia famiglia fossero totalmente sostenibili. Ma questo semplicemente perché rispettavano una certa logica imprenditoriale”.
“Mi spiego meglio. Nei terreni dei Nebrodi crescono rigogliosi e spontanei i noccioleti che, di solito, producono in abbondanza. Alla luce di ciò, è ovvio che il modo migliore per sfruttare gli appezzamenti sia quello di coltivare le nocciole. Ciò permette anzitutto di rendersi indipendenti dall’irrigazione, risparmiando denaro per gli impianti e limitando l’impatto ambientale dell’attività. In altre zone, 1 kg di nocciole nel piatto richiede circa 9000 litri d’acqua durante l’intero ciclo produttivo. Cosa significa? Che nei Nebrodi la coltivazione della nocciola è sostenibile e altrove no”.
“Nello stesso territorio, abbiamo da sempre allevato pecore che, con una certa frequenza, venivano lasciate brucare all’interno degli appezzamenti stessi; ciò limita fortemente il diserbo manuale, foraggia il bestiame e concima il suolo al tempo stesso. Quando nel sottobosco rimangono solo arbusti, le pecore vengono condotte su altri appezzamenti o sui prati. Lo stesso discorso vale per i suini che, dalle mie parti, si allevano allo stato brado o semibrado (razza suino Nero dei Nebrodi). Avendo cura di non lasciarli dentro i noccioleti nel periodo della raccolta – o mangiano loro, o mangiamo noi – i maiali si nutrono autonomamente nelle macchie boschive di quel che trovano, comprese ghiande, bulbi, funghi, tartufi ecc. Così facendo ingrassano richiedendo un minor impiego di mangimi”.
Non dimentichiamo che, a livello mondiale, il 70% del consumo d’acqua viene impiegato nell’agricoltura. Altre specie che non necessitano irrigazione, poco sensibili alle malattie e ai parassiti e mostrano una buona resa sono: fichi, fichi d’india, corbezzoli, more, susine, nespole ecc. La scelta delle varietà d’agrumi e di uva, che invece dimorano in zone più pianeggianti ma ancora più calde ed aride, è incentrata su tipologie autoctone a minor richiesta possibile d’acqua e di fertilizzazione”.
“Con le eccezioni che ho elencato sopra e poche altre, l’allevamento ha purtroppo un impatto ambientale decisamente più elevato. Anche solo considerando il consumo idrico, è palese che la ricerca debba concentrarsi sull’ottenere una maggior sostenibilità del settore. Basti pensare che l’impronta idrica di un chilogrammo di carne bovina corrisponda a 15.400 litri d’acqua e vengono emessi 59,6 kg di gas serra (CO2 equivalenti)”.
Parola del BBQ BUTCHER Marcello Iuculano!
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BIBLIOGRAFIA
- UNEP (26 April 2017). “Indigenous people and nature: a tradition of conservation”. Retrieved 30 August 2021.
- “Sustainability Theories”. World Ocean Review. Retrieved 20 June 2019. The concept of ‘sustainability’ comes from forestry and originally meant something like: using natural resources mindfully so that the supply never runs out.
- Compare: “sustainability”. Oxford English Dictionary (Online ed.). Oxford University Press. (Subscription or participating institution membership required.) The English-language word had a legal technical sense from 1835 and a resource-management connotation from 1953.
- United Nations General Assembly (1987) Report of the World Commission on Environment and Development: Our Common Future. Transmitted to the General Assembly as an Annex to document A/42/427 – Development and International Co-operation: Environment. Retrieved on: 15 February 2009 – “Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs.”
- United Nations General Assembly (20 March 1987). “Report of the World Commission on Environment and Development: Our Common Future; Transmitted to the General Assembly as an Annex to document A/42/427 – Development and International Co-operation: Environment; Our Common Future, Chapter 2: Towards Sustainable Development; Paragraph 1”. United Nations General Assembly. Retrieved 1 March 2010. Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs. It contains within it two key concepts: the concept of ‘needs’, in particular the essential needs of the world’s poor, to which overriding priority should be given; and the idea of limitations imposed by the state of technology and social organization on the environment’s ability to meet present and future needs.
- Purvis, Ben; Mao, Yong; Robinson, Darren (3 September 2018). “Three pillars of sustainability: in search of conceptual origins”. Sustainability Science. 14 (3): 681–695. doi:10.1007/s11625-018-0627-5. ISSN 1862-4065. S2CID 158473049.
- Wandemberg, JC (August 2015). Sustainable by Design. Amazon. p. 122. ISBN 978-1516901784. Archived from the original on 20 June 2017. Retrieved 16 February 2016.
- Steffen, Will (13 February 2015). “Planetary boundaries: Guiding human development on a changing planet”. Science. 347 (6223): 1259855. doi:10.1126/science.1259855. PMID 25592418. S2CID 206561765. Retrieved 19 April 2020.
- “Ecological Footprints”. Sustainability concepts. Retrieved 19 April 2020.
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