STORIE D’ITALIA – CAPITOLO VI: SICILIA DA VIVERE
Ben arrivato Luglio, mese simbolo del Mare, l’estate e, per chi può, anche di qualche giorno di ferie.
Come ogni mese, ci piace iniziare parlando di città, Storie e tradizioni d’Italia. Oggi però voglio ‘rubare’ lo spazio della rubrica Regioni d’Italia, raccontando l’ultimo mio viaggio in una regione molto significativa per la mia storia. vi Voglio parlarvi della Sicilia. Chi mi segue sa che ci sono appena andato e tornato: un po’ per lavoro un po’ per passione.
Un tour de force non da poco ma che è valso la pena. Vi voglio raccontare questo viaggio: due giorni intensi in cui ho vissuto emozioni veramente uniche.
LA PARTENZA: 1° DAY
PartIto da Pisa alla volta di Catania. Arrivo a destinazione con un ritardo di circa un’ora. Pazienza! Anche se … Appena sceso dall’aereo, mi accoglie un caldo pazzesco. Cerco una macchina per recuperare sulla tabella di marcia. Attendo ancora in un’afa tremenda – un’attesa snervante e non degna certo di una buona accoglienza ed efficienza per chi arriva da fuori. Ma tant’è.
Portiamo pazienza – poca a dire il vero! Rimango davvero deluso e contrariato dal servizio in genere e abbastanza di cattivo umore mi metto in viaggio alla volta di Canicattì dove mi aspettano e non solo per diletto.
Per sbollire la rabbia che tra ritardo e calura è montata oltre modo, una volta riuscito ad ottenere un mezzo idoneo mi metto di nuovo in viaggio. In silenzio, con la radio spenta, occhi che vagano dalla strada al panorama che mi si staglia intorno percorro serio una via di scorrimento veloce che attraversa un paesaggio brullo, arido e infuocato. Ammetto davvero di cattivo umore ormai. Ma! Pian piano quell’asperità e calura che mi circondano nonostante i contrattempi iniziali, immerso in quel silenzio ristoratore inizio a rilassarmi. E a godermi il paesaggio.
EFFETTO SICILY
Anche il nervosismo si placa e lascia spazio ad un sentimento di pace e appagamento. Quasi non mi accordo di arrivare abbastanza velocemente a destinazione – tutto sommato la strada era buona al contrario di chi dice che le strade della Sicilia siano pessime! Certo non le ho ‘visitate’ tutte nel loro dedalo di diramazioni fino ai piccoli paesi ricchi di cultura e di storia – perché questa è la Sicilia!
Ma tant’è. Insomma fin dall’inizio sono stato sopraffatto da un’ordalia di emozioni contrastanti che mi ha letteralmente travolto. Troppo poco tempo per metabolizzare tutto.
Ma torniamo alla mia destinazione che ancora non ho svelato. Arrivo finalmente a Canicattì da fratello Gianni – Giardina ndr!
Devo ammettere che il silenzio e l’asperità del paesaggio in tutta la sua brutale bellezza e veracità sono riusciti davvero a calmarmi o per lo meno a smussare quella contrarietà montata grazie ai tanti disservizi accumulati se pur in un tragitto così breve!
Una volta arrivato invece mi rendo conto che nonostante i contrattempi mi sento rinato e sollevato per essere finalmente qua. Mi rendo conto di avere avuto bisogno di tornare a viaggiare, anche con tutti i grattacapi annessi e connessi! Ne avevo proprio veramente bisogno dopo questo maledetto Covid che c’ha isolato dal mondo e tenuti lontani. Mi sembra quasi un po’ il viaggio della rinascita. Mi rendo conto che sono davvero sovrastato dalle emozioni: rabbia, risentimento, desolazione … e appagamento. Un senso di rinascita e non solo mia.
Sono finalmente arrivato da Gianni Giardina per festeggiare il battesimo di Carla Maria, sua figlia: e se non è rinascita questo!! Ma non sono solo uno degli invitati, sono anche colui a cui sono stati affidati gli invitati per una parte del pranzo dove arte, maestria, passione e vita ammantino tutti con gioia e serenità.
Ma prima di godermi la festa, decido di andare alla volta di Agrigento per bearmi delle bellezze del luogo. Con una temperatura media di 43 gradi mi aggiro affascinato e ammantato da un’emozione veramente indescrivibile. Gustare con gli occhi, anche se per poco tempo, la Valle dei Templi, fare delle foto veloci a ciò che la storia ci ha lasciato in eredità … Beh, mi rendo conto che è una visita molto frettolosa e superficiale la mia, ma sufficiente a togliermi il fiato tanta è la bellezza e la responsabilità che sento ci è stata tramandata.
Con il cuore ormai rilassato e tronfio di bellezze torno a Canicattì per assistere al battesimo della splendida Carla Maria Giardina: cerimonia e poi dritti al pranzo clou della festa.
Un battesimo da noi in Toscana forse sarebbe durato circa due ore con pochi invitati. Qui ce ne sono volute ben 6-7 di ore – con tutti i protocolli anti-contagio rispettati, eh! – e gli invitati tra familiari stretti, amici e autorità. Musica, convivialità, emozioni per la bambina, per il battesimo ma anche per potersi finalmente ritrovare dopo tanto tempo tutti assieme, anche se responsabilmente e le cautele del caso.
Sono arrivato come amico di famiglia ma, fin da subito ero uno di famiglia. Uno di casa casa, abbracciato, simbolicamente, da un calore che non era dato solo dai 43 gradi bensì dalla generosità della gente, dalla ricchezza del territorio nella sua asperità e travolgente bellezza.
La mia famiglia stessa affonda le sue radici in questa terra e poterla rivedere – anche se per poco – e raccontare grazie a questo evento mi ha dato la possibilità di ripercorrere a modo mio anche la mia storia. Eravamo lì per celebrare Carla Maria e consegnarla al suo futuro, ben consci della storia e del passato che faranno parte sempre della sua vita e del suo futuro. Che è un po’ anche il nostro.
Insomma, una due-giorni dove contrattempi dove il fastidio quotidiano delle solite cose che non vanno mai bene in questo paese, il poter toccare con mano quanto la nostra Italia sia vicina e così diversa ma ricca di storia e bellezza a partire dalla sua gente mi hanno inebriato. Un viaggio veloce ma intriso di speranza, futuro e voglia di riscatto: per tutti, non solo per Carla Maria.
LA MIA SICILIA
In questa due giorni mi è apparsa una Sicilia con tutte le sue contraddizioni, specchio un po’ di tutti noi alla fine. L’ammodernamento in atto inesorabile, il volersi rinnovare ma rimanere sul pezzo ci darà il nuovo a cui dobbiamo adeguarci ma a volte rischia di toglierci tanto se non si sta attenti!!! Mai, per rincorrere il nuovo, dovremmo permettere che venga meno il rispetto per il valore della famiglia, della tavola, dello stare insieme, del dedicarsi del tempo reciproco.
Mai per rincorrere il nuovo dovremmo rinunciare al piacere di fermarsi a chiacchierare e stare con gli amici, quelli veri su cui poter sempre contare.
Purtroppo l’ultimo anno ci ha tolto tanto e anche se in parte ci ha consegnato il nuovo… dovremmo poter recuperare quello che di buono comunque c’era. E che in questa due giorni di corsa e pace ardente mi ha fatto riscoprire. Non tanto per averla provata in prima persona, ma per averla vista con i miei occhi oltre che con il cuore nelle cose ,nella terra e nelle persone.
Questa è la Sicilia che ho trovato, alla fine. Non quella dei disservizi che mi hanno accolto, ma quella tronfia di dignità, bellezza e generosità. Chiamatela retrograda, chiamatela antica. chiamatela disorganizzata: mah!
Si forse è tutto questo ma anche molto di più! E certamente è lo spaccato di un paese intero con le sue contraddizioni, le sue bellezze, le sue eccellenze, la sua gente, la sua storia. E da qui dobbiamo ripartire per il nostro futuro e quello dei nostri figli.
GRAZIE PER…
Insomma due giorni intensi dove la lezione di vita che ho ricevuto è stato il più bel regalo di battesimo che si potesse ricevere. Grazie Carla Maria per avermi permesso di riflettere e avermi ridonato la speranza nella nostra terra. Grazie al tuo papà grande amico e collega, e alla tua mamma, per avermi permesso di provare tutto e il contrario di tutto in un paese immenso da togliere il fiato.
Grazie Sicilia, spero a presto. E tu, Italia cerca di ripartire dalle tue tradizioni, che sono la nostra vera ricchezza. Viva l'Italia, viva la Sicilia.
Evviva la ciccia.
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