NEWS DAL MONDO: IL RAPPORTO SUL TURISMO ENOGASTRONOMICO ITALIANO
Bentornati amici di Maremma che Ciccia. Poco tempo fa abbiamo parlato di ‘giovani e tendenze’. Pasquale Maria Cioffi e il Prof. Paolo Corvo dell’Università di Pollenzo ci hanno fatto una panoramica di come sono mutati gli atteggiamenti in quest’ultimo anno. Ovviamente la ripartenza riguarda tutti, non solo i giovani, e tutti i settori. In parte non ne vedevamo l’ora. In parte, fa ancora molta paura. Tutti sembrano, come sempre, avere ragione e allo stesso tempo, torto. E noi, poveri, restiamo in balia di una massa di informazioni, direttive, immagini e auspici dove, in una giungla fitta fitta, si finisce per continuare per la nostra strada, quella che sia, bene o male, un po’ titubanti.
Invece in questo lungo periodo dove tutto e il contrario di tutto incessantemente ci ha stordito, molte sono le realtà economiche ed istituzionali che hanno provato a studiare i vari fenomeni, ad interpretarli e a proporre delle soluzioni per come affrontare il futuro imminente che si fa sempre più ‘nostro presente’.
Molte le Camere di Commercio che hanno proposto webinar di aggiornamenti, molte Società che hanno sventolato con altrettanti seminari on line – gli unici possibili – il gusto approccio all’innovazione e all’economia circolare; altri Enti, a cercare di aggregare ad un ascolto comune per raccogliere nuovi dati e fornire nuove soluzioni per nuovi scenari.
In un periodo dove il contatto e la fisicità sono venuti meno il cercare esperienze innovative per coinvolgere e selezionare un pubblico in attesa è stato il mantra: offrire esperienze attraverso il digital rendendolo ponte di vicinanza e di contatto laddove questa, mancando, era un bisogno espresso. Praticamente: rispondere al bisogno preparando ad accoglierlo e soddisfarlo non appena le riaperture lo avrebbero potuto permettere.
Non è stata solo una questione di social, belle immagini e racconti. Tanti ne sono sfoggiati in questo periodo, nei più variegati settori. Non era solo un bel piatto o una pietanza fumante, o un calice di vino o un ambiente d’atmosfera a dare l’esperienza. Era proprio l’esperienza che dal digital ti è arrivata a casa. Un delivery sui generis che aveva il precipuo compito di far sentire, di accumunare, di selezionare, di intrattenere, di far conoscere.
Non è stata solo una mera strategia di digital marketing, ma un vero e proprio sentire e provare, nell’attesa che il ‘pronti via!’ ci permettesse di muoversi nuovamente e di raggiungere proprio quei luoghi dove andare di persona a gustare: natura, arte, cibo, vino. Spesso un insieme di tutto ciò. Insomma: una vita sospesa in attesa di poterla ricalare nella realtà!
Alla Bit edizione Digital appena conclusasi, molti sono stati di Digital Talks a vertere sul tema del turismo enogastronomico e dell’approccio e della trasformazione digital. IL movimento del vino, ma anche dell’olio, oramai sono ben conosciuti, ma adesso che il viaggiare ha assunto nuovi significati e traguardi – sicurezza, esperienza, piccoli numeri.
La persona è tornata ad essere il centro di ogni attenzione: sicurezza innanzitutto, benessere, genuinità, natura, ritorno a piccole dimensioni e numeri minori, tradizioni e tecnologia che permetta agio, sollievo, rigenerazione. Ma non solo.
Nel tentativo di traghettarsi tutti in una dimensione ancora non del tutto chiara – il futuro post-covid – tutti, ma proprio tutti, si sono fermati a riordinare le idee, a fare corsi di aggiornamento e incontri per capire e carpire chi e cosa facesse di diverso…. Noi, direi, siamo andati dietro l’onda… avendo come primo obiettivo però la sicurezza della nostra clientela che era fisica e ce l’avevamo davanti ogni santo giorno. Abbiamo dovuto fornire, rassicurare, metterci e mettere in sicurezza. Seguire normative, avere paura e non dirlo, fare da psicologi spiccioli, confidenti, trovare soluzioni per tutti… e andare avanti con le nostre promozioni, scelte commerciali, crescita e il nostro futuro: mentre garantivamo quello degli altri.
Ma siccome oramai più nessuno di noi lavora ‘solo per se stesso’ ci siamo calati ancor più nella nostra comunità e ben in collaborazione con altri attori sia della filiera che del territorio stesso per un’esperienza – eccola lì che torna!!! – unica, genuina, sana, certa, sicura, che parla di tradizione e di solidità. Nel frattempo le Istituzioni e gli Enti preposti, assieme alla stampa, hanno continuato a farsi portavoce di regole, tendenze e nuove mode per inquadrare il fenomeno della ripartenza dal punto di vista istituzionale.
E’ uscito da poco il RAPPORTO SUL TURISMO ENOGASTRONOMICO ITALIANO che, riprendendo le parole di Roberta Garibaldi professore di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, “offre un quadro completo e rigoroso del settore e rappresenta un documento di riferimento per le istituzioni e gli operatori a livello nazionale, regionale e locale.
Fornisce informazioni per supportare le decisioni di politica turistica e sviluppare proposte in grado di soddisfare le esigenze del turista contemporaneo”. “L’enogastronomia nel turismo è sempre più centrale, è un driver che stimola viaggiatori di tutto il mondo a visitare una destinazione. Genera valore economico per un territorio, crea nuove opportunità per i settori del turismo e della produzione agroalimentare”
Una pietra miliare, potremmo dire, con molti aspetti dove ognuno può trovare indicazioni per la propria realtà. A testimonianza del fatto che proprio tutto non si è fermato ma che cambiando vestito si è preparato ad andare avanti, spesso evolvendo. Una radiografia dello status quo necessario per capire le nuove direzioni e posizionamenti. Perché orami da soli non si può più fare. Anche in lockdown! Mentre le nostra Amministrazioni interpretano e traducono per noi il da farsi, sapere cosa bolle in pentola, può solo giovare.
Il Rapporto Sul Turismo Enogastronomico Italiano è, e resta, un documento di riferimento per le istituzioni e gli operatori del settore a livello nazionale, regionale e locale. Ma dando uno sguardo anche da profani si possono ottenere dati considerativi per essere più ‘informati e consapevoli’. Si possono dedurre idee “ … per sviluppare prodotti migliori e in linea con la domanda; per compiere operazioni di marketing in modo più efficiente; per avere un quadro aggiornato non solo italiano, ma anche internazionale”.
Viene sdoganato il ‘turismo enogastronomico’ che da ‘consumo’ passa ad essere una realtà da ‘ambassador’ di un territorio ad opera dei loro attori agroalimentari, generano valore per chi vi abita e chi arriva a visitare: e che si deve incentivare ad arrivare su un territorio. Molte proposte si devono intrecciare coniugando buon vivere e ben vivere, godendo nei sensi di quello che quelle specifiche realtà produttive sono in grado di attivare.
Accanto a buone pratiche di sostenibilità, comportamenti idonei per ridurre l’impatto ambientale e generare nuove relazioni umane comunicando tutto e bene. “Il cibo è connessione tra popoli – si legge nell’abstract scaricabile dal sito https://www.robertagaribaldi.it/- … che oggi acquisisce un valore sociale, concetto di ‘social gastronomy’ che vede il cibo come strumento per raggiungere obiettivi benefici”.
Diviso in più volumi si affrontano le tendenze e i trend dell’anno. Contributi di esperti si alternano a dare un quadro completo del fenomeno che stanno analizzando. Come si legge su https://www.robertagaribaldi.it/ il Rapporto si divide in tre sezioni:
- “Trend e tendenze” fornisce una visione di medio periodo sul turismo enogastronomico, affrontando il gusto del valore; l’enogastroturista attivo innovativo ed esigente; il “neverending food tourism”; il well-being; lo sviluppo di “nuovi luoghi e nuovi spazi.
- “Focus” approfondimenti di esperti internazionali e nazionali del settore. Dai trend di consumo nell’era post-pandemica secondo ai nuovi modelli di business per la piccola impresa enogastronomica, dai legami tra turismo e DOP economy al “beerscape”. Riferimenti specifici a esperti del settore tra cui Mauro Rosati di Fondazione Qualivita
“Accade intorno a noi” per una panoramica del turismo enogastronomico nell’era pandemica nei Paesi stranieri. Dati sono aggiornati al 2021.
Nel secondo volume invece viene affrontata “La Domanda Italiana” dove viene profilato un turista italiano ed enogastronomico), il suo comportamento in viaggio, le scelte effettuate e le esperienze svolte. Contiene inoltre affondi specifici su temi di attualità quali sostenibilità, well-being e bike & gusto. Questa sezione è indirizzata a chi intende avere un quadro approfondito per indirizzare politiche e progetti connessi. Si rivolge dunque a tutti gli operatori della filiera (cantine, tour operator, DMO, consorzi e regioni, professionisti ed operatori turistici) che hanno come bacino d’utenza il target italiano.
Insomma… tanta roba! Da farci un giro anche noi. Perché siamo degli attori trainanti. Si deve sempre imparare… ma possiamo anche tanto insegnare!
Parola del Butcher!
Tutte le info su https://www.robertagaribaldi.it/ e/o https://associazioneitalianaturismoenogastronomico.it