La Maremma che va avanti_ il Foto/Doc di Andrea Calani

Una città che non si ferma, un’Italia che reagisce, che deve non dargliela vinta. Lui, questo ‘mostro’ silenzioso che sta piegando una comunità mondiale intera. Una situazione che, senza chiedere il permesso, sta diffondendo panico e instabilità sociale. Una comunità che chiede aiuto, ma che si ‘rimbocca’ le maniche per provare ad andare avanti, tra le tante limitazioni e le mille difficoltà.
La Maremma non ci stà. Come tutto lo stivale sta dimostrando, anche lei sta lottando, vuole andare avanti, vuole riuscire ad andare avanti. In un normale giorno di ordinaria pandemia, il giovane fotografo Maremmano Andrea Calani, ha voluto fermare il tempo per documentare una storia che va avanti. Sorrisi celati dietro ad una maschera, occhi carichi di incertezze, voglia di reagire per andare avanti, parole sussurrate… tutto questo attraverso scatti estemporanei in una città che non si ferma.

ANDREA CALANI PHOTOGRAPHER
Andrea CALANI. Un giovane innamorato della propria terra che, in un momento difficile per la sua professione, ha sentito il richiamo di dover dare il proprio contributo per la sua Maremma. ‘Non possiamo restare fermi difronte ad un momento così difficile. La nostra terra ha bisogno di noi, dell’aiuto di di tutti’ – ci racconta Andrea – ‘quando dentro senti il bisogno di mettere a disposizione ciò che sai fare meglio, non devi pensare, ti devi infilare le scarpe e muoverti, senza pensarci due volte. E questo è quello che ho voluto fare. Ho preso il mio zaino, la reflex sempre pronta per lavorare e sono uscito. Solo un’idea chiara in mente, nulla di più. il resto me l’ha concesso la mia città’.
LA MIA CITTA’
Un semplice titolo per il suo documentario fotografico, schietto e senza mezzi termini.
Mentre la storia continua a scriversi da sola, incurante del nostro vivere, la mia città respira in un silenzio assordante.
Andrea Calani
In un momento come questo, in cui le certezze cadono come le tessere del domino – come se fosse uno stramaledetto gioco -, pare che non si possa fare alcunché, se non subire passivi l’inevitabile scorrere del tempo e degli eventi.
Devo essere sincero, e devo confessarvi che ciò che è successo non è stato voluto o programmato. Semplicemente mi sono ritrovato con la macchina fotografica in mano e ho fatto quello che mi riesce più naturale: raccontarvi.
Il colore, per l’eterogenesi dei fini, in totale contrasto con la realtà fattuale, è rimasto. A volte basta una sfumatura, o un piccolo filo rosso che corre coraggioso fra le nostre vie, per tornare a sognare.
Aprile 2020, Grosseto.
Photo di @Andrea Calani