TUTTI A TAVOLA. SI MA, COME?
TUTTI A TAVOLA. SI MA, COME?
La vostra famiglia si siede a tavola insieme almeno una volta al giorno? Oggi forse la nostra risposta è ben diversa rispetto ad un mese fa. Sicuramente più della metà delle famiglie italiane risponderanno di si. Ma a noi interessa soprattutto il COME delle cose. Prima che le nostre vite si stravolgessero da questa ‘mala situazione’, mangiare era una cosa che spesso ognuno faceva per conto suo, soprattutto se in casa sono presenti figli adolescenti o i genitori sono costretti a rimanere fuori per lavoro durante l’orari dei pasti. Eppure, oltre a soddisfare una necessità fisica, mangiare insieme come famiglia può soddisfare bisogni ancora più importanti, come il bisogno di un dialogo aperto e di un legame familiare solido.
Molto importante è l’atmosfera che si crea intorno al momento del pasto insieme. Essere tutti fisicamente seduti a uno stesso tavolo ma ognuno impegnato con a scrivere al cellulare, con una partita del videogioco da terminare, col telegiornale da ascoltare e la posta elettronica da consultare sul tablet, certo non vuol dire cenare in famiglia Perché diciamoci la verità, non è la quantità o i minuti trascorsi insieme che fanno la differenza, bensì la qualitànel come vengono spesi.
Ma non preoccupatevi, con un piccolo sforzo da parte di tutti, potete facilmente organizzarvi per mangiare insieme come famiglia almeno una volta al giorno. Potete farlo anche se siete un genitore solo. Le ricompense supereranno di gran lunga qualsiasi sacrificio voi e i membri della vostra famiglia dovrete fare. La quarantena forzata ci ha spinto nello stare più insieme, riscoprendoci quasi per caso o per magiare a tavola tutti insieme; ecco, ora sta noi approfittare di questa situazione e cancellare a poco a poco le mali abitudini create nella routine.
LA SCENA
La scena è ormai familiare, sia nei ristoranti e luoghi di ritrovo sia tra le mura domestiche: tutti, ma soprattutto bambini e ragazzi, mangiano e contemporaneamente usano smartphone, tablet e altri dispositivi elettronici. Eppure i genitori che lo permettono minano seriamente il dialogo familiare e incentivano così facendo comportamenti alimentari scorretti, rispetto a chi pone limiti severi alle distrazioni.
Per verificare quanto l’abitudine al multitasking sia diffusa durante i pasti a casa e, se abbia o meno un effetto sia sugli aspetti psicosociali sia su quelli nutrizionali, i ricercatori del Center for Child and Family Health Promotion Researchdell’Università del Minnesotadi Minneapolis hanno intervistato 1.800 genitori. (https://centers.umn.edu/content/child-and-family-health-promotion-research-center)
LO STUDIO
I ricercatori hanno chiesto loro la frequenza con cui i figli, a pranzo e a cena, guardano la televisione, parlano al cellulare, mandano messaggi, giocano e ascoltano musica. Hanno voluto sapere inoltre se in famiglia ci sono regole precise in merito, e quanto ritengono importante il tempo trascorso a tavola insieme ai figli. A questi ultimi, inoltre, gli scienziati di Minneapolis hanno fatto domande sulla comunicazione, se e quanto parlano dei propri problemi con i genitori.
I RISULTATI
Mangiare mentre si guarda la tv è più diffuso tra le persone povere, poco istruite e tra le minoranze etniche. I risultati non sono molto rassicuranti e dimostrano che anche i pochi spazi rimasti per consentire alla famiglia di stare insieme si stanno sempre più restringendo: due terzi dei genitori ha infatti ammesso di permettere la visione della TV durante i pasti almeno di tanto in tanto, e un quarto di farlo piuttosto spesso. È andata meglio per tutte le altre attività collegate all’uso degli smartphone: il 18 e il 28% dei genitori ha dichiarato di non porre divieti. Il 75% degli intervistati ha invece affermato di limitare l’utilizzo di cellulari e dispositivi a tavola.
Inoltre, secondo quanto riferito sul Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, sono le ragazze a utilizzare di più i telefoni. La permissività è più diffusa tra le fasce caratterizzate da un livello minore di istruzione e da un reddito inferiore, tra le minoranze etniche così come tra ispanici e afroamericani. Questi dati riflettono quelli emersi negli anni scorsi per quanto riguarda la visione della televisione, sconsigliata da tutte le associazioni che si occupano di medicina della famiglia, da pediatri ed educatori. Nuovi invece i risultati sull’uso degli smartphone e sul legame tra qualità dell’alimentazione e connessione perenne.
Vietare distrazioni a tavola aumenta la condivisione familiare e favorisce un’alimentazione più corretta
LA TRISTE VERITA’: PIU’ CELLULARE, MENO FRUTTA
Secondo lo studio, infatti, i genitori che lasciano che i figli si distraggano mentre mangiano sono anche quelli che portano in tavola meno verdure e frutta fresche, meno succhi di frutta al 100%, meno latte, e che propongono più spesso bibite gassate e dolci. Gli autori non hanno chiesto ai genitori se, a loro volta, fanno uso dei dispositivi elettronici durante i pasti, ma hanno ricordato che il dilagare del multitasking a tutte le età è evidente, come mostrano altre ricerche condotte da loro stessi.
Altri studi viceversa mostrano quanto sia importante trasformare il momento della cena o del pranzo in uno spazio comunicativo. Per i ragazzi, parlare di sé e della loro vita in un ambiente familiare è molto importante per accrescere l’autostima, imparare a comunicare e avere una alimentazione sana. «È vero che talvolta la visione di un film tutti insieme può costituire un momento di ritrovo per la famiglia», ha commentato Jayne Fulkerson, coordinatrice dello studio «e dobbiamo ricordare che non necessariamente chi pranza senza distrazioni ha una buona armonia o porta in tavola pietanze sane. Tuttavia è indubbio che, per la maggior parte delle famiglie, l’utilizzo dello smartphone mentre si pranza costituisce un ostacolo al dialogo e all’attenzione a ciò che si mangia».
I PRIMI 3 ANNI DI VITA, FONDAMENTA PER LA TAVOLA
Le nuove indicazioni dei pediatri partono da un punto fondamentale: i primi tre anni di vita sono essenziali per la crescita, i bambini devono stare a tavola con gli adulti, per imparare che il pasto è un momento piacevole e importante della loro giornata.
Da 1 a 3 anni – Il pasto è anche un momento di apprendimento, perché sia piacevole e proficuo si può puntare sulla curiosità innata dei bambini; i piccoli possono assaggiare direttamente quello che vedono nel piatto di mamma e papà. La frutta e la verdura devono essere portate in tavola ogni giorno! Pranzare insieme significa crescere bambini più sereni. L’atto di cenare insieme che si perpetua, come un rito, giorno dopo giorno contribuisce a creare una sensazione di sicurezza nei bambini, che sentono di poter godere del calore e della protezione di un focolare domestico.
A questo punto, cari lettori, non resta che prenderci le nostre responsabilità e cercare di cambiare le cose. Approfittando dei momenti difficili dello ‘stare a casa’, per creare dei cambiamenti di abitudini, andando a modificare cattive abitudini create nel tempo. E’ vero, sono padre anche io, e a volte scegliamo soluzioni più facili per ‘toglierci dai piedi’ figlioli stressanti di torno. Il cambiamento parte da noi. Noi dobbiamo dare il buon esempio ai nostri figli, al futuro della nostra società, perché è da piccoli che si costruiscono le fondamenta per il futuro.
Cogliamo la situazione al balzo. Sfruttiamo per cambiarci al meglio. Forse non tutto viene per nuocere no?