WOMEN AT WORK: 8 MARZO 2020
WOMEN AT WORK: 8 MARZO 2020
Women at work: l’8 marzo si festeggia comunque!
Il Covid-19 imperversa e, nolenti o volenti, un cosa è certa: cambierà le nostre abitudini. Ma non cambierà certo la volontà di celebrare una data che deve far riflettere: l’8 marzo. Negli anni si è spesso tramutata in un’occasione di svago ma ha una motivazione ben profonda. E assieme all’aspetto giocoso, o prettamente commerciale che gli si è in parte voluto dare, resta la riflessione del diritto al lavoro e la rivendicazione di molti altri diritti per le donne: sul lavoro e non. Ma focalizziamoci su ‘Lei’, la ‘donna al lavoro’ e andiamo a sentire cosa hanno da raccontarci alcune nostre amate, stimate e rispettate colleghe.
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TINA
– Mi chiamo Tina e da sempre sono orgogliosamente macellaia. Lo erano i miei genitori e fin da piccola emulavo mio papà. Desideravo essere come lui e sapete una cosa? Ci sono riuscita!! Difficile in una realtà tipicamente maschile con tutte le difficoltà che una donna può trovare in un mondo nel quale devi farti largo, a volte anche con durezza. Per me lo è stato ancora di più perché ero e sono la titolare.
Avere la fermezza di contrattare con i fornitori quasi tutti uomini non è banale ma posso dire di esserci riuscita. Ricerca del prodotto di qualità ad un prezzo di mercato mi ha ripagato con la presenza costante di clienti che scelgono il mio negozio….. e sono tanti!! Essere donna significa non tradire mai il proprio esserlo. Significa usare la propria forza trasformandola in energia quotidiana e affrontare i mille problemi che ci sono e ci saranno sempre.Mi sento di poter dire alle donne di credere in se stesse e non smettere mai di seguire il proprio istinto, le proprie ispirazioni, crederci sempre e provare.
Chi meglio di una Donna?”.
IRENE
– Mi chiamo Irene, sono mamma ho 34 anni una splendida famiglia e da 4 anni ho intrapreso l’attività di allevatrice e macellaia aprendo un’azienda agricola con spaccio aziendale con l’aiuto dei miei genitori, imprenditori agricoli da generazioni. Ho lasciato il “posto fisso” per inseguire questo sogno, poter lavorare e trasformare un prodotto di cui conosco ogni sfaccettatura, come nasce come cresce e cosa mangia; elemento fondamentale per ottenere una qualità eccelsa a metto zero! Vengono allevati bovini di razza Romagnola e Fassona Piemontese nonché suini di Mora Romagnola allo stato semibrado e qualche animale di bassa corte.
Essere donna sempre, sia a lavoro che fuori. Quali aspetti positivi o negativi?
“È un mondo ancora oggi molto maschilista, dove il macellaio, nel vedere una donna come collega, storce il naso. Si sente di giudicare e puntare il dito. Ma fortunatamente non tutti la pensano così, esistono colleghi che ti aiutano a crescere ti danno consigli e condividono esperienze come la famiglia di Passione Preparati di cui faccio parte, capitanata da una super donna Francesca Santin. Al contempo, la tenacia, la precisione e la passione contraddistinguono noi donne e quando c’è una donna dietro al banco, si vede!”.
Hai mai trovato difficoltà nel tuo lavoro?
– certi lavori non sono fisicamente facili, ma pian piano si arriva ovunque con volontà
Mettere il cuore, la passione ed il sorriso in ogni cosa che faccio .
Una frase per tutte le donne in difficoltà sia nel lavoro che nella vita di tutti i giorni?
“Segui il cuore, circondati di chi ti sostiene, fissa l’obiettivo e raggiungilo”.
SERENA
–E poi, si gioca in casa: ben due donne hanno contribuito a fare la storia della Macelleria Laganga:una, Mamma Lina, ha contribuito dall’inizio alla nascita e crescita dell’attività; la seconda, è arrivata strada facendo. Una passione respirata in famiglia fin dalla nascita, abbracciando in toto il progetto imprenditoriale, mia sorella Serena entrata a far parte dell’azienda di famiglia in espansione dopo un percorso di studi tutto suo e lontano da quello che si faceva a casa. Ma quando una è ‘figlia d’arte’, non può fare a meno di mettere a frutto i suoi studi di architettura in bottega; et voilà, il gioco è fatto. Premurosa e minuziosa porta in azienda stile e design in ogni dove sia per l’estetica che per l’organizzazione. Ma tecnica, competenza e gusto, tocco femminile e quel quid in più per avvicinare e assecondare la clientela sono la sua forza per fare la differenza perché lo stile da solo, in macelleria, non basta proprio: fa la differenza, ma perché dietro c’è molto di più!
“Mi chiamo Serena Laganga, sono una mamma, sono una compagna e da oltre 10 anni porto avanti con i miei fratelli la macelleria di famiglia. Non nasco subito macellaia. Per anni lavoro come geometra ma, vuoi le vicissitudini, vuoi il richiamo della famiglia, che decido di entrare in pieno nell’azienda di famiglia”.
“Essere donna e lavoratrice significa non smettere mai di lavorare. Quando lo si fa poi in un’azienda propria è ancora peggio: non smetti mai di lavorare sul serio perché le cose a cui pensare e gestire sono tantissime. Lavorare, gestione del negozio, rapporto con i fornitori… e se non bastasse, quando torni a casa, c’è da pensare a quello che hai lasciato da fare uscendo di casa, i figli e tutto il resto. Insomma, noi donne non smettiamo mai di lavorare nemmeno quando riusciamo a dedicarci 5 minuti sul divano”.
“Lavorativamente parlando, non è facile essere accettata alla pari da tutti. Per alcuni sembra quasi che tu quando lavori, lo stia facendo per passatempo e che il vero lavoro in negozio sia portato avanti dalle figure maschili. Per non parlare di rappresentanti che vedendoti, ti chiedono di parlare “con qualcuno dei titolari, rivolgendosi a qualche uomo in negozio”. Ecco, quando succede questo, sappiate che non sono ben accetti in macelleria: provare per credere!”
Quali difficoltà nel tuo lavoro?
-“Ammetto che non tutti i lavori in macelleria possono essere svolti da tutti. Non voglio condurre una battaglia per la parità di sessi. Voglio sottolineare che alcune, come per lo sforzo fisico, sono diverse, e così noi ci attrezziamo spesso compensiamo con l’astuzia ciò che all’altro sesso viene più congeniale per caratteristiche fisiche: l’intelligenza femminile va a compensare quella forza che a volte per struttura può mancare. Ed è qui che il potere delle donne diventa indispensabile all’interno di ogni attività”.
Cosa vuol dire per te essere donna?
– “Essere donna per me significa avere un’altra visione delle cose. Non solo per l’aspetto estetico, ma sopratutto pratico. Perché alla fine tutto ciò che viene preparato in macelleria solo noi sappiamo quanto effettivamente può essere venduto con facilità e semplicità nel gestirlo a casa. Molto spesso i nostri consigli sono indispensabili sia in laboratorio nel momento della preparazione che sul banco con il cliente”.
Una frase per tutte le donne in difficoltà sia nel lavoro che nella vita di tutti i giorni?
– “Siate donne sempre, ma non tanto per i modi gentili e garbati quanto per la tenacia e per la determinazione che abbiamo dentro, per le battaglie che abbiamo vissuto e che dobbiamo rappresentare. Siamo il motore della società ed è giusto far vedere quanto la nostra figura sia indispensabile e di necessità”.
Insomma, qui solo alcuni esempi. Ma ce ne sono infiniti, in tutti i settori! Grazie a tutte voi … e in questi giorni di follia un pensiero non può che andare a tutte voi che da sempre vi prendete cura di noi, in silenzio, facendo sempre la differenza!