CALIFORNIA DREAMING
L’ESPERIENZA DELLA CAPTAIN’S RUN AD UN ANNO AL GRANDE GIORNO
Aspettando l’edizione 2020 (4-5 settembre) del Mondiale di macelleria più importante e prestigioso del globo, il World Butchers’ Challenge, i rappresentati delle 16 nazioni che si sfideranno nella settima edizione dell’evento si sono ritrovati a Sacramento (25-28 settembre) in una sorta di tappa inaugurale. Avendo partecipato alla Captain’s Run con l’incarico ricevuto dal resto della squadra di rappresentare i colori degli Azzurri nella veste di vicecapitano e referente per l’Italia del circuito WBC, vi racconto questa L’esperienza della Captain’s Run ad un anno al grande giorno California dreaming di Andrea Laganga entusiasmante prova di abilità.
La Captain’s Run è stato un concentrato di emozioni, informazioni e… jet lag. Un’esperienza a dir poco unica: cinque intensi giorni, pur pochi per raggiungere l’altra parte del mondo (18 ore in totale di viaggio; poco più che 72 quelle rimaste per il lavoro vero e proprio).
Quando rappresenti la tua nazione all’estero è sempre emozionante, ma quando rappresenti anche la tua categoria professionale allora sì che il gioco si fa interessante. Sveglia di prima mattina per poter riuscire a far tutto e poi la cosa per cui fremevo, ma che solo al pensiero mi faceva tremare le gambe, ovvero visitare il Golden 1 Center, “teatro” dell’NBA per i Sacramento Kings. Superati tutti i controlli ti affacci e… vedi l’immenso: un’arena dalle dimensioni inimmaginabili dalla televisione. Tutto intorno a te, 13.000 posti a sedere che guardano verso un unico punto, proprio lì dove a breve ci sarà anche la Nazionale Italiana Macellai a lottare per raggiungere la vittoria. L’emozione del WBC sta nel vivere certe momenti con estranei provenienti da tutto il mondo, coi quali però, solo per il fatto di essere tutti “macellai”, ti senti unito con semplicità come in una #bigfamily.
L’adrenalina e la competitività ci sono, non lo si mette certamente in dubbio, ma sono fattori secondari che si limitano alle 3 ore e 15 minuti dell’incontro. Come ha sottolineato Rod Slater, presidente del WBC, «Sacramento è una città davvero unica e, data la passione per la produzione di alimenti sostenibili e di qualità, non riesco a pensare ad una “casa” migliore per la competizione del 2020. Inoltre, avendo visto l’emozione sui volti dei capitani mentre entravano per la prima volta nel Golden 1 Center, non ho dubbi che la sfida mondiale dei macellai del prossimo anno passerà alla storia!». Durante l’incontro, abbiamo parlato di regolamenti, informazioni burocratiche e logistiche per poter spedire materiale aldilà dell’oceano e tutto ciò che potesse essere utile alle squadre per iniziare le pianificazione e gli allenamenti da casa a poco meno di 350 giorni dal Big Match. Il World Butchers’ Challenge è salito sul palco del Farm-to-Fork Festival per presentare i capitani delle squadre partecipanti e svelare il Friedr. Dick Golden Knife Trophy, il riconoscimento per cui le squadre gareggiano e, nell’arco di tre ore, sono impegnate nella trasformazione di un lato di manzo, un lato di maiale, un agnello intero e cinque polli, in un display a tema di valore con tagli aggiunti. Un occasione per 4 rappresentanti delle varie nazioni di mettersi in gioco in una demo di fronte al pubblico del festival.
L’Italia per raccontarsi ha scelto una preparazione dove mi sono destreggiato con l’ammirazione del pubblico, la rosticciana in porchetta, uno dei piatti della nostra tradizione culinaria. Tutti in America amano la porchetta, a tal punto che in molti provano a riproporla secondo la loro immaginazione. Come quando decidono di mettere l’ananas a fette nella porchetta, sicuri di seguire l’italiana maniera…
Invece no, per il Farm-to-Fork ho deciso di far vedere cos’è la Porchetta Italian style, ricavandola da un taglio insolito come la costata di maiale, con condimento e profumo originale. Salgo sul palco davanti ad un tronco di suino: a disposizione una sega e un coltello. Alla mia portata c’erano i più spietati condimenti americani, ma la mia intenzione era ben chiara: mostrare l’autentico sapore italiano. Parto con la sega a disossare le costole del maiale e inizio la preparazione utilizzando solamente sale, pepe, peperoncino, rosmarino salvia e aglio fresco: quella semplicità che ci contraddistingue in tutto il mondo. Arrotolo il tutto, lego ed ecco pronta la rosticciana in porchetta, simbolo del buon pranzo in famiglia in Maremma.
Grande acclamazione del pubblico presente: pensate, tutti in fila per fare una foto con me e la porchetta dalle costine all’insù. Il trucco? Siamo Italiani e l’inventiva della bella presentazione non ci manca. Niente trucchi ma un tocco vincente che sta proprio nel rispettare il sapore e il gusto della materia prima. Le parole più belle sentite sono state “I’ll try it at home”, ovvero “proverò a farla a casa”, con gli occhi “innamorati” di fronte a qualche cosa mai visto prima. A gran voce posso assicurarvi che la nostra cara Italia non è proprio seconda a nessuno, sia per capacità che per stile. Un tricolore “gonfio” di onore apprezzato ed invidiato da tutto il mondo. Un biglietto da visita che, solo a nominare la parola “Italia”, ti apre le porte e ti fa diventare amico di tutti: subito. Una “qualità” invidiata ed un’arte nella lavorazione e nella presentazione ammirata e spesso copiata ma mai uguagliata: la capacità di rendere l’eccellenza attraverso la semplicità delle cose, soprattutto nel mondo culinario, dove la genuinità nei sapori viene di gran lunga apprezzata rispetto ai “mappazzoni” cosparsi di salse e aglio.
E allora sforziamoci di amarla questa nostra “Italia” anche in Italia, perché quando ti capita di rappresentarla nel mondo, scopri che l’America, forse, è proprio sotto casa tua.
Parola del butcher!
Andrea Laganga www.facebook.com/maremmacheciccia
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