LA RICETTA DEL MESE: QUELLA DELLA NONNA
LA RICETTA DELLA NONNA – IL MITICO POLLO ALLA CACCIATORA
Se vuoi parlare di buon cibo, e di donne, non puoi che pensare a loro. Perché si sa, ognuno di noi associa delle azioni a delle persone ben distinte. E se parliamo di donne in cucina, il mio primo pensiero va a loro: le Nonne d’Italia.
E vero, non ci scordiamo delle mamme, che con 4-5 pasti al giorno ci hanno sfamato assecondando i gusti di ogni componente della famiglia per chi sa quanti anni. Ma loro, le nonne, con quel dovere morale di doverci viziare, rimangono nella nostra memoria sensoriale con i piatti migliori della nostra infanzia.
Quanti ricordi che abbiamo legati alle nostre nonne! Ci hanno viziato come solo loro potevano fare, rimpinzandoci di cibi golosi, raccontandoci aneddoti simpatici ed esperienze a volte meno felici, con gli occhi lucidi e un sorriso pieno d’amore sempre sul volto. Hanno fatto si che quei ricordi, quelle tradizioni di un tempo potessero rimanere vive solamente con le loro parole. Perché il mondo va avanti, si evolve, cambia … ma noi abbiamo il dovere di non dimenticarlo.
Il mondo della gastronomia e della cucina è proprio una di quelle realtà in continua evoluzione. Se pensiamo ai piatti delle nonne, e le paragoniamo ai pranzi di oggi, ci viene ‘male al cuore’. In sole tre generazioni il modo di mangiare, ma soprattutto quello di cucinare, è cambiato in misura esponenziale. Pranzi precotti, già cotti o semplicemente pronti in pochissimi minuti versus quella cucina lenta, fatta di ore in ore, dove la bollicina del sugo che sobbolliva e scoppiava delicatamente ogni secondo. Quella cucina fatta di sapori veri, con materie prime vere, dove allora era più che importante se non sacro scegliere il ‘dove comprare la spesa’. Anche se ‘si pativa la fame’ in senso economico, il parametro del prezzo veniva messo in secondo piano. Il primo posto era fermamente dedicato alla qualità della materia prima. E senza dilungarsi troppo in ricordi di un tempo, i veri trucchi delle nonne in cucina erano principalmente tre:
- X scegliere prodotti di qualità, dando valore alla territorialità e alla stagionalità
- X tempo di cottura lento e comunque adeguato
- X il pizzico di amore e dedizione per la cucina, momento deputato sacro per le famiglia di allora e, speriamo, anche di oggi.
E non dite che le nonne di allora non avevano nulla da fare: forse non andavano in ufficio, ma a loro non era mai concessa la pausa caffè!
La ricetta della NONNA
Se pensiamo alla cucina delle nonne, forse il momento più bello che ne associamo è proprio il pranzo della domenica, dove tutte le rispettive famiglie, colonizzavano la casa patriarcale per condividere il giorno di festa insieme. Che profumi che si sentivano ancora prima di entrare! Mi ricordo che a casa nostra non potevano mai mancare i ‘crostini di milza e fegatino’ con il cappero sopra, tortelli e tagliatelle al sugo e poi lui, il piatto che aspettavi con ansia tutta la settimana: il tegame con il pollo alla cacciatora. Uno dei piatti diventati oramai parte integrante della cucina italiana, tipico però della cucina povera Toscana.
Si chiama ‘alla cacciatora’ perché la
sua preparazione è a base di ingredienti semplici della tradizione contadina. Questo piatto nasce proprio come ‘piatto povero’. Tradizionalmente, il pollo alla cacciatora si prepara facendo soffriggere sedano, carote e cipolla, con l’aggiunta di aglio, alloro e rosmarino. Dopo aver fatto rosolare il pollo nel tegame con il soffritto, si sfuma con il vino bianco. Un po’ di pomodoro giusto, in quantità non eccessiva, e poi piano piano fino a che la nonna o la mamma non diceva che era pronto. Anzi, quando aveva tempo per prepararlo il giorno prima, e la domenica lo riscaldava, ‘tu sentissi quanto era più bono’.
La Ricetta? Su internet se ne trovano tante: c’è anche la diatriba olive nere si o no. Le ricette tipiche toscane dicono senza olive, ma quando c’erano vi posso dire che male male non ci stavano. Ognuno nelle proprie tradizioni sicuramente lo saprà fare bene con tantissime varianti. Ma non è importante il come viene fatto quanto chi c’è l’ha insegnato.
RIFLESSIONI DA BABBO
Non vi nego una preoccupazione che ogni tanto mi viene in mente. Noi che oggi siamo gli attori di questo momento storico, se rimpiangiamo quei momenti di un tempo perché oggi sono assenti nel nostro quotidiano, fra 50 anni i nostri figli, cosa si ricorderanno? E le nostre tradizioni, dove andranno a finire?
Credo che la vera innovazione di oggi la dobbiamo dedicare
solamente nel riproporre il passato. Non ci dobbiamo inventare niente di nuovo. Dobbiamo solamente rendere attuale quello che con passione e molto sacrificio hanno inventato chi ci ha preceduto. Cucina compresa!
La cucina del domani, con i gusti di ieri, con le mani di oggi. Meditiamo gente…. Meditiamo…
Un bacio a tutte le nonne, ovunque voi siate. Parola del Butcher!
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