AGNELLO O ABBACCHIO… questo è il problema!
AGNELLO O ABBACCHIO… questo è il problema
Sorge spontaneo nel periodo di Pasqua, sentir parlare di carne d’agnello. Questo perché, la carne ovina sarà comunque la protagonista indiscussa delle nostre tavole, e, se pur ogni tipo di polemiche generate, saranno pochi coloro che faranno a meno anche di qualche pezzetto nell’ arrosto misto. Capita però sempre più spesso generare equivoci nell’utilizzo improprio di terminologie corrette sulla specie ovina. E’ proprio il caso delle parole ‘Agnello’ e ‘Abbacchio’ che in molti utilizzano in modo errato rispetto al loro giusto significato.
Quale è la differenza tra ‘agnello’e ‘abbacchio’?
Regione che vai e usanze che trovi… come tutti sappiamo, entrare in una macelleria di un’altra città e farsi capire per avere il taglio giusto è difficilissimo, perché nel mondo della macelleria esistono molteplici nomenclature. Questo grande enciclopedia popolare di nomi molto spesso portano ad usare terminologie errate. Ed è proprio il caso dell’Agnello VS Abbacchio. Qui in Toscana, ad esempio, nello scenario comune questi due termini vengono utilizzati in modo improprio rispetto a quanto dovrebbe essere. Per capirci, da noi con il termine ‘agnello’si intende un capo di piccole dimensioni e di giovanissima età; mentre con il termine ‘abbacchio’ intendiamo un ovino più anziano con pezzature più grosse e marcate.
ERRATO IN PIENO DIREI_
Invece la differenza tra ‘Agnello’e‘Abbacchio’ consiste nella diversa età dell’ovino, oltre che nel suo nutrimento. Ambedue i nomi indicano un ‘piccolo’ di pecora, ma l’‘Agnello’ è più grande e segue un’alimentazione diversa rispetto all’‘Abbacchio’. Il primo infatti, viene macellato dopo alcuni mesi di vita, una volta che lo svezzamento ha già avuto luogo. L’agnello maturo viene ucciso prima di 6 mesi, dopo aver seguito un’alimentazione a base di erba e fiori. Nella simbologia biblica esso è considerato simbolo di purezza e del sacrificio.
L’’Abbacchio’, invece, è il piccolo della pecora che è stato nutrito solo con il latte della madre. Solitamente esso viene macellato dopo 25-30 giorni di vita, quando ha raggiunto un peso di 4-6 kg, contro i 7-10 di un agnello. La macellazione così precoce dell’abbacchio conferisce alla sua carne un sapore particolarmente tenero e dolce, diversa sia da quella dell’agnello sia da quella dell’ovino adulto. Il nome più corretto con cui bisognerebbe chiamarlo è quindi ‘agnello da latte’.
NON SOLO A PASQUA
Ma, nomenclatura a parte, zona che vai, nome che trovi, n realtà questa meravigliosa carne dovrebbe far parte della nostra alimentazione durante tutto l’anno come ottima alternativa alle carni bianche. E sapete il perché? La carne d’agnello è molto ricca di proteine,ha livelli nutrizionali ad alto valore biologico, è leggera, sostanziosa e ad alta digeribilità: carne molto indicata per gli sportivi e come una delle prime carni da essere introdotte nell’ alimentazione dei neonati. E’ carne molto rinomata per la sua ricchezza di sali minerali, vitamine e fonte preziosa di potassio.
Un alimento che ad oggi non ha nessuna controindicazione né interazioni note tra il suo consumo e assunzioni di farmaci o altre sostanze – racconta il dott Edoardo Verdino, nutrizionista e dietologo oltre che specialista in Biochimica Clinica www.edoardoverdino.it
“Da segnalare un’unica controindicazione – continua il Dott. Verdino attraverso il suo sito internet -limitare il consumo di carne di pecora, la più grassa delle carni ovine, in quanto molto grassa e considerata un po’ più difficile nella digestione della stessa. Controindicata quindi per coloro che soffrono di disturbi a carico dell’apparato digerente e cardiovascolare, disturbi come gotta e calcoli renali”. (www.typi.it/magazine/2018/03/26/pecora-e-agnello-proteine-e-ferro-per-una-carne-dalle-ottime-proprietà-nutritive/)
INSOMMA…
Mangiare carne d’agnello tutto l’anno potrebbe essere un toccasana anche per la nostra salute, eccetto dove non sia indicata.
Unica raccomandazione, andiamo però sempre alla ricerca di quelle carni provenienti da allevamenti locali, magari di piccola grandezza: questo perché a vostro vantaggio vi garantiranno una qualità e un gusto del prodotto unico, ma non da meno. Con la vostra scelta andrete a contribuire il sostentamento della tradizione zootecnica locale. E si sa, un territorio sano e fiorente, porterà solamente vantaggi a tutta la comunità che ne abita, voi compresi.
E voi, cosa mangiate?
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