PRETENDIAMO DI PIU’: L’ESPERIENZA SENSORIALE PARTE DALL’ACQUISTO
‘Me la dia tenera’ … Questa la filippica che si ripete ogni giorno nelle macellerie dei butchers di tutto il mondo. Ormai l’unica richiesta del cliente riguarda la tenerezza della carne come se questo sia l’unico, o meglio, il primo parametro richiesto per la tranquillità del cliente. In anni di lavoro penso che nessuno si sia trovato difronte la “sciuramaria” con la richiesta: “me la dia genuina”. Per i più attenti al fattore ‘qualità’sicuramente il “sano” arriverà al secondo posto rispetto al ‘tenero’, come se andassimo a comprare ‘carne’ per bimbi o anziani con problematiche di ‘masticazione’.
Ma se vi dicessi che la carne, come il vino, andrebbe invece degustata? Tolte problematiche particolari… Mi prendereste per matto?Mangiare carne, in condizioni di normalità, deve essere un’emozione da vivere a 360°. Pensate semplicemente quando ricevete un fiore in regalo. Cosa fate? Lo guardate nella sua bellezza, lo odorate, per sentire il profumo che emana, lo toccate, per sentire la consistenza del suo velluto.
Torniamo ad amare la carne, torniamo ad insegnare ad apprezzarla nella sua complessità. Come Rinnamorandosi dell’atto del mangiare e nel valore della cucina. Sottovalutiamo spesso che abbiamo ha disposizione l’utilizzo dei cinque sensi. Può sembrare una banalità ma solamente chi si trovi ad affrontarne una mancanza, capisce la fortuna nel poterli utilizzare tutti. E allora, utilizziamoli in pieno.
Sono sicuro che se arriverete a leggere tutto, inizierete a vivere e a valorizzare al meglio ogni pasto, trasformando il “mangiare” in una vera esperienza sensoriale completa.Se ci pensiamo bene, quando vogliamo convincere i nostri bambini ad assaggiare qualche cosa di nuovo, proviamo a convincerli con “mangia che è buono!” e mai per esempio “mangia perché ha un buon profumo!” Tutto questo succede perché crescendo, ci distacchiamo dal legame dell’alimentazione con tutti nostri sensi.
E allora procediamo!
VISTA
Il senso della vista sicuramente viene coinvolti ancora prima del momento del pasto. Come già più volte abbiamo detto, al momento dell’acquisto andremo a scegliere l’alimento che cattura l’occhio, perché si sa, anche lui vuole la sua parte. Non saremo sicuramente attratti magari da una fetta di petto di pollo di colore dubbio, magari tendente al marroncino o una bistecca tagliata male che non risalti tutto il suo valore sociale. Pensate invece alla vista di un fiorentina fumante, che importante ruolo ricopre attraverso la produzione di saliva e succhi gastrici che preparano lo stomaco alla digestione.
OLFATTO
Che gioia entrare in casa e sentire già dal portone quel tipico profumo di arrosto. Anche l’olfatto, come la vista, stimola in noi le secrezioni e ci prepara al momento del pasto. E se invece l’odore non fosse gradevole? L’importanza dell’odore potrebbe essere per noi un prezioso campanello d’allarme pronto ad indicarci magari che quel cibo non è sicuro. Quindi annusate signori, siate curiosi anche con il naso!
TATTO
Molti di voi non danno peso all’importanza dei nostri amici polpastrelli. Toccare il cibo con le mani, sentire la sua consistenza, ci permette di percepire, prima di mangiarlo, la vera consistenza del “piatto”. Un senso sicuramente importante nel giudizio che può influenzare la percezione che magari altri sensi potevano distogliere sul reale risultato finale.
UDITO
A chi non piace sentire il ‘cranck’ della Porchetta. Quel suono che al solo ascoltarlo, ti vien voglia di mangiarti un bel panino croccante, magari con un doppio cranck delle due croste. Nel sentirlo potrai subito capire che quella porchetta magari è fresca o appena sfornata. Sentire una fetta di guanciale che sfrigola su una padella rovente, avvolto dal suono della pentola che bolle, l’uovo che sbatte nel bordo della ciotola, musica per le nostre orecchie, dal titolo “voglia di Carbonara”. Rumori di sottofondo che sicuramente ci aiutano e ci predispongono a gustare al meglio ciò che staremo per mangiare.
GUSTO
Alla fine arriva anche lui. Ma pensate quanti passaggi dobbiamo compiere per arrivare ad aprire la bocca e goderci l’esplosione di sapori che fino ad ora avevamo solamente sognato o sperato. L’apoteosi dell’attesa nel desiderare il piatto finito, magari cucinato con le nostre mani e goduto poi in pieno dal nostro palato. C’è da dire che però il nostro gusto è molto variabile. Differente da persona a persona a secondo delle abitudini alimentari, all’età ma soprattutto a come abbiamo educato il nostro palato. Il mondo è bello perché è vario, non c’è dubbio, altrimenti ognuno di noi mangerebbe le stesse cose. Allenare significa soprattutto saper percepire ogni sentore dell’alimento differente e ben distinto, a seconda delle diverse parti recettive della bocca.
Da oggi quindi, fate impazzire i vostri macellai di fiducia. Non chiedete più solo “una fettina che sia tenera”. Fateli capire che avete voglia di mangiare con tutti i sensi quella carne. Che non conta solamente la tenerezza anche se vi continua ad interessare quel fattore erroneamente considerato come la sintesi di tutto il resto… Stupiteli chiedendo una carne da esperienza sensoriale totale. Vi stupirete voi stessi, perché il vostro butcher, difronte a voi, sarà ben lieto di esaudire le richieste di un ‘meatlover’come voi.
Provateci e fatemi sapere!
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