PARLARE di CARNE torna di MODA… quando diventa PERICOLOSO!!!
Sentir parlare di carne da chi non la vive, è come sentir parlare d’AMORE in un film di ROCCO SIFFREDI.
——– OCCHIO A CHI CI METTE LA FACCIA ——-
Parlare di Carne è tornato ad essere un argomento “cool”.
Dopo gli attacchi sconcertanti del OMS sulla sua possibile cancerogenicità, la carne ROSSA torna ad essere un argomento richiestissimo. DOPO quelle gravi accuse, causa di un forte calo delle vendite della carne rossa, gli addetti ai lavori del comparto alimentare si sono rimboccati le maniche per raccontare la “parte bene della fettina”. Allevatori, Macellai, Nutrizionisti, Medici si sono uniti, attraverso i loro studi e l’esperienze personali, per parlare di informazioni giuste. Tutto questo con un unico scopo: fornire corrette informazioni, utili da applicare ad uno stile di vita sano, sopratutto durante l’acquisto delle materie prime in modo consapevole. Questa esigenza si è resa indispensabile per contrastare la cattiva e scorretta informazione da parte di agenzie o (ancora peggio) da ciarlatani, i quali, preferendo audience ad una informazione corretta, hanno deciso di NON pesare le parole. RISULTATO: creare un catastrofismo disinformato ai danni di tutti.
QUANDO L’INFORMAZIONE NASCONDE FINI COMMERCIALI
L’informazione però non è sempre fine a se stessa. Quando un chiaro tentativo di fare informazione diventa un misero scopo commerciale abbinato a MARCHI commerciali, tutto cambia.
Perché dico questo? Sempre più frequente è l’immagine di informazione legata a grandi catene di distribuzione. Proprio loro diventano i testimonial e gli operatori che in prima persona dovrebbero garantire una qualità di Lavorazione. Tutto cambia quando questi “oratori” sono coloro che si aggirano ogni giorno tra gli scaffali in giacca e cravatta. Il loro unico obiettivo è il controllo di margini tramite uno schermo, dando poco valore ai consigli o pareri dei propri collaboratori se essi richiedono spese maggiori. Quando i “colletti bianchi” non conoscono la differenza tra un coltello e una forbice, prediligendo manodopera a basso costo, costringendo anche i più sapienti dipendenti ad agire in altri modi. Assunzioni non garantiste della professione, ma legata solamente a margini di guadagno, sia per il personale sia nella scelta della materia prima. Preferiscono comprare carne gia disossata sottovuoto, perchè così non serve assumere personale specializzata – preferiscono taglia-bistecche automatiche alla manodopera artigiana, la quale saprà valutare anche la qualità e il momento giusto della carne. Diminuiscono sempre il valore del tempo, perchè tutto va ottimizzato, trascurando a volte il rapporto con il cliente.
INSOMMA. Tutto questo per dire che spesso, dietro una scritta BUFFET GRATUITO, c’è un “taglio” alla professionalità e al benessere dell’Operatore. Direttive commerciali che costringono il povero macellaio a comportarsi molto spesso in modo differente rispetto alla propria etica professionale. Tutto ciò, può far bene alle casse del Marchio Commerciale, ma sicuramente penalizza il percorso e la filiera di quel prodotto finale, che arriverà nelle vostre TAVOLA.
IL CONSIGLIO
Per ovviare a tutto questo, ricordatevi che non solo le parole fanno da garanzia. Spesso è la “faccia” di chi ogni giorno condivide con voi le proprie esperienze, consigli e ricette VERE, è l’unico CERTIFICATO che dobbiamo andare a cercare.
NON SEMPRE IL DETTO “Bene o Male, ma parlatene” DA OTTIMI PROFITTI.
QUINDI: Cari Amici, oltre che riflettere difronte all’acquisto di ogni materia prima, cerchiamo di LEGGERE tra le righe di ogni attività con fini commerciali.
NOTA BENE: questo articolo non vuole essere un diretto attacco nei confronti di aziende pubbliche o private, e nessun MARCHIO COMMERCIALE SPECIFICO. Ma solamente il racconto oggettivo di momenti che stiamo vivendo negli ultimi periodi.
Andrea Laganga BUTCHER
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